L'ingresso dell'hotel Four Seasons di Milano, uno degli alberghi più lussuosi della città (Getty Images) 

Il foglio della moda

Il viaggio è esperienza del bello

Aldo Melpignano

Il mondo del retail e quello dell'ospitalità convergono sempre di più verso la necessità di non vendere solo prodotti: in questa logica moda e turismo sono ormai più che pronti per condividere professionalità e creatività

Moda e turismo sono due mondi che da sempre hanno avuto molti punti in comune: la ricerca del bello, la necessità di nuove ispirazioni, il fascino della ricerca continua. Prima dell’avvento dei social e della condivisione in tempo reale, la vacanza era l’occasione attesa per scoprire abitudini e costumi “di altri luoghi” e portare a casa oggetti e suggestioni in grado di influenzare il cambiamento nel modo di vivere e di vestire. Nuovi incontri, nuove culture e luoghi ispiravano i grandi designer che rientravano dai viaggi con valigie cariche di stoffe colorate, contatti di artigiani e tantissime nuove idee (basti pensare a Coco Chanel e Biarritz, Yves Saint Laurent e Marrakech nonché all’epopea del viaggio di Vuitton).

 

A sua volta, la moda accompagna la stessa idea di vacanza fin dallo sviluppo di entrambe, fra la fine del Settecento e il primo Ottocento, ma con un pieno sviluppo a cavallo della Belle Epoque: la scelta del giusto outfit da mettere in valigia, la ricerca del “souvenir” per sé stessi o per chi resta a casa, l’acquisto di abiti e accessori in nuove località: cai e oggetti dotati di un fascino irresistibile, quasi avessero la capacità di serbare la sensazione di libertà e di rinascita che rende speciale ogni viaggio. È facile immaginare come questi due mondi possano essere sempre più interconnessi. Retail e ospitalità convergono sempre di più verso la necessità di vendere non solo prodotti, non solo servizi, bensì esperienze memorabili. Non è un caso che i grandi gruppi del lusso stiano investendo nel mondo dell’hospitality, di cui riconoscono l’importanza strategica e il ruolo centrale: un caso per tutti, la recente acquisizione del gruppo Belmond da parte del colosso LVMH. Oggi la moda nei suoi negozi, dalla vetrina fino allo scontrino, vende una esperienza d’acquisto in cui il prodotto è parte importante ma non è tutto.

 

La stessa cosa accade da tempo in hotel dove gli ospiti non acquistano solo una camera, seppur curata in ogni dettaglio, bensì un’esperienza, l’accesso a un mondo nuovo, a un territorio da scoprire. L’albergo è il punto di partenza per immergersi in un nuovo mondo ed è qui che il design e lo stile diventano la chiave per costruire un’ identità riconoscibile e riconosciuta grazie anche alla scelta dei tessuti e dei materiali. Significativa è anche la crescita del successo delle boutique all’interno degli hotel: un esempio di come moda e territorio, brand riconosciuti e inediti prodotti realizzati da artigiani locali possano convivere proponendo un momento unico di acquisto e di viaggio.

 

In questa logica il mondo della moda e quello del turismo sono ormai più che pronti per condividere esperienze, professionalità, creatività. I designer saranno chiamati sempre più spesso a disegnare prodotti e a costruire eventi forti e distintivi, siano essi legati a un prodotto moda o alla narrazione visiva di un hotel o di un ristorante. Un esempio virtuoso di connubio tra moda e turismo sono le grandi sfilate di Dior, Gucci e Dolce Gabbana che recentemente hanno conquistato un pubblico molto ampio, trasformando interi territori in palcoscenici a cielo aperto. È così che, ad esempio, Puglia e Sicilia sono divenute protagoniste assolute del mondo moda e viaggio, grazie alla costruzione di un racconto affascinante: un intreccio perfetto tra creatività contemporanea e tradizione territoriale, un percorso di scoperta del territorio attraverso l’interpretazione di designer visionari e il talento di artigiani locali.

 

Aldo Melpignano, fondatore di Borgo Egnazia e managing director del Gruppo San Domenico Hotels

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