Nel mondo della moda
Galliano lascia Maison Margiela. Possibile ritorno in Lvmh. E a tirare i fili c'è Anna Wintour
Il contratto del direttore creativo con il brand del gruppo Otb scadrà a ottobre e sicuramente lui non lo rinnoverà. La direttrice editoriale di Vogue sembra stia favorendo un suo ritorno in Dior, ma il tutto sarà chiaro il prossimo 26 luglio, alla Fondation Vuitton, in occasione del ballo pre-olimpico
Nel nostro mondo social e iperconnesso può bastare davvero poco, diciamo una coincidenza, perché chi vive di gossip e rumor si scateni. Per esempio, può accadere che John Galliano e Kim Jones azzerino a poca distanza temporale i rispettivi account Instagram e che si pensi automaticamente a un avvicendamento. Che potrebbe essere, ma anche no o, per meglio dire, non in questi termini così ovvi e brutali e benché i risultati della gestione di Jones siano ben poco soddisfacenti. Quello che è certo è che Galliano non rinnoverà il contratto di direttore creativo di Maison Margiela, brand del gruppo Otb di Renzo Rosso dove approdò nel 2014 al termine di un primo periodo di espiazione seguito al licenziamento in tronco da Dior nel 2011 a causa gli insulti antisemiti rivolti a una coppia in un bistrot parigino. Ed è ormai piuttosto noto che Anna Wintour, direttrice editoriale di Vogue America e di tutte le testate di Conde' Nast, stia favorendo in ogni modo un ricongiungimento fra il più importante conglomerato della moda mondiale e il creativo più geniale degli ultimi trent’anni.
Se ne videro i prodromi all’ultimo Met Ball di maggio quando Galliano, dapprima recalcitrante, accettò di vestire Zendaya su richiesta di Wintour con due abiti che poi si rivelarono i più spettacolari della serata, ed è possibile che si vedrà qualche altro indizio delle manovre in corso fra qualche giorno, il 26 luglio, alla Fondation Vuitton, in occasione del ballo pre-olimpico che la donna più potente della moda mondiale ha organizzato con Bernard Arnault, ormai sempre più simile a un primo ministro che a un semplice imprenditore: ecumenici, hanno invitato decine di creativi da tutto il mondo, alcuni dei quali attualmente in via di ricollocazione ma molti cari al cuore della signora, che deve aver intuito quanto il sistema della moda necessiti di una rivoluzione o, per meglio dire, di un serrate le fila fra le poche firme ancora in grado di determinare quei cambiamenti sociali, prima ancora che di stile, necessari alla moda per recuperare slancio.
Dunque, è probabile che vi sarà Sarah Burton, a lungo braccio destro e poi direttrice creativa di Alexander McQueen, che ci sarà Pierpaolo Piccioli e che non mancherà Galliano. Tutti pregati di seguire, almeno parzialmente, il dress code non troppo originale: oro, argento e bronzo. Nel frattempo, dagli headquarter di OtB ribadiscono che i rapporti fra Galliano e rosso sono ottimi. E non potrebbe essere altrimenti, se si considera che da anni, e in particolare dalla favolosa sfilata couture dello scorso gennaio, l’ultrasessantenne Galliano ha riportato la piccola, raffinata maison al centro delle conversazioni sulla moda mondiale, avvicinando un pubblico giovanissimo che fino a oggi credeva solo nella forza dello streetwear.
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