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il lutto

Addio a Rosita Missoni, icona che ha rivoluzionato la moda e l'imprenditoria italiana

Fabiana Giacomotti

La fondatrice del celebre marchio di moda è morta oggi a novantatré anni. Testimone di una vita di passione e innovazione, ha saputo coniugare stile, famiglia e un'imprenditoria senza compromessi, diventando un simbolo del Made in Italy nel mondo

Nel maggio del 2023, durante la presentazione del terzo Osservatorio "Donne e Moda" sviluppato da PwC Italia e "Il Foglio della Moda", Rosita e Angela Missoni regalarono alla platea una formidabile testimonianza a due sul rapporto madre-figlia in azienda e il passaggio di consegne fra generazioni. L'incontro si teneva presso la sede espositiva di Lineapelle, costruita con una delle più belle piazze di Milano accanto, e in parte doppia, le rovine del palazzo di Massimiano, unica testimonianza del breve periodo in cui Milano fu capitale dell'impero Romano. Rosita Missoni, scomparsa poche ore fa quietamente a novantatré anni, circondata dall'amore della sua grande famiglia, arrivò un'ora prima dell'appuntamento, accompagnata dalla sua make up artist, si installò nella saletta che le avevano preparato, e ne emerse un minuto prima di tenere il suo discorso truccata con quel massimo di abilità che permette di sembrare appena alzate ma fresche e curate come rose di maggio.

Non è da tutte mostrarsi vanitose a novant'anni, quando si è segnata la storia dell'imprenditoria italiana e si è rivoluzionata non solo la moda, ma anche il modo di esporla e raccontarla (dal suo abbandono della passerella di Pitti, che aveva contestato certe sue mise un po' trasparenti nei primi Settanta, Firenze non si riprese mai: se abbiamo la moda a Milano lo dobbiamo a lei), per cui quella richiesta civettona ci mise tutti di buonumore, come peraltro accadeva sempre con Rosita Missoni. Che poteva essere tremendamente vaga se non le piacevi, ma affettuosa, disponibile e incantevole se capiva che potevano esserci dei punti di contatto e cioè se amavi il lavoro e la bellezza quanto lei, ma soprattutto se amavi prenderti cura degli altri quanto lei.

Non ricordo tavolate imbandite più allegre di quelle dei Missoni a Sumirago, quella meravigliosa casa-azienda dalle parti di Vatese, con la sala da pranzo affacciata sul Monte Rosa: "Noi Missoni abbiamo sconfitto l'anoressia alla radice" ridevano tutti, negli anni in cui c'era ancora Ottavio, Taj, l'ex campione olimpico di Trieste che aveva colpito al cuore la giovane Rosita, e che con lei, figlia di tessutai lombardi, aveva fondato nel 1953 l'azienda destinata a diventare un riferimento del Made in Italy modaiolo, con quelle maglie colorate, certo, ma anche con quel gusto specifico per il divertimento che traspariva dai capi e che fu alla base del loro successo. Taj raccontava sempre che gli avevano offerto più volte di acquistare il suo marchio, ma che si era sempre rifiutato di trasformare un'azienda sana e solida in una multinazionale con logiche diverse dalle sue, e la crisi attuale del sistema dimostra che aveva ragione. Le cose, per i Missoni, iniziarono a farsi difficili nel 2013, quando Vittorio, il primogenito, l'amministratore delegato dell'azienda, morì tragicamente in un incidente aereo durante il rientro dalle vacanze di Natale. Cercarono il suo corpo e quello della moglie nelle profondità di Los Roques per settimane. Ottavio morì pochi mesi dopo, di quel male terribile che si chiama crepacuore. Rosita, Angela e Luca resistettero, fino a quando, nel 2018, acconsentirono a cedere il 42 per cento circa al Fondo Strategico Italiano a un prezzo di 70 milioni di euro, necessari per garantire al marchio la competitività sui mercati internazionali. La fondatrice mantenne la responsabilità della linea casa, mentre la moda, una volta conclusa la lunga direzione creativa di Angela, che ha conservato solo la presidenza, ha visto alternarsi più direttori creativi, non tutti all'altezza. Rosita Missoni si dichiarava orgogliosa di essere nata nel giorno di sant'Ottavio, il 20 novembre, ma era orgogliosa soprattutto che questo fosse avvenuto a Golasecca, sito della più importante civiltà primitiva del nord.

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