Da J-Ax e Fedez a Bello Figo, tutte le lotte del rap italiano
Difficile si arrivi al sangue per le strade come nell’America del gangsta rap, le mazzate rimangono online e servono a creare attesa, a fidelizzare i fan, a far parlare i giornali
I rapper italiani sono in fermento e si fronteggiano sui social. Difficile si arrivi al sangue per le strade come nell’America del gangsta rap, le mazzate rimangono online e servono a creare attesa, a fidelizzare i fan, a far parlare i giornali (eccoci). Ma c’è qualcosa di più del semplice marketing, c’è un idea di musica differente, visioni del mondo e della vita agli antipodi, la necessità o meno dell’impegno politico.
Il dissing, i litigi, le rivalità sono parte integrante dello show business e non a caso avvengono a ridosso delle presentazioni dei dischi (Comunisti col Rolex) o dell’inizio dei tour (Santeria). Attaccarsi fomenta fan e media, e anche dirsi superiori “ai rosiconi” è parte integrante del rap game e indica che probabilmente l’appagamento tanto sbandierato non è poi così solido, se si sente continuamente il bisogno di rimarcarlo sui social.
Come scriveva Lord Byron nel suo Don Juan “quei due si odiavano di un odio che si può trovare solo sul palco”. Nel backstage, beati loro, incassano.