Rovazzi e Morandi, vi prego, fermate i tormentoni sudamericani
Tra le cose fastidiose che preannunciano l’estate la più temibile di tutte è il singolo Despacito. L'industria italiana si mobilita noi tifiamo per la coppia Gianni&Fabio e la loro Volare
Tra le cose fastidiose che preannunciano l’estate ci sono le zanzare, Enrico Papi che fa Rovazzi in Mooseca, il fidget spinner di qualche nevrotico e, la più temibile di tutte, Despacito. Per fermare l’invasione dei tormentoni sudamericani, l’industria musicale italiana ha dispiegato tutte le sue forze per conquistare i balli da spiaggia made in italy.
Chiunque frequenti una palestra, anche solo per fare dieci minuti di tapis roulant e convincersi di meritarsi un gelato, ha già visto i principali video musicali delle candidate hit del 2017. Per esempio, Giusy Ferreri è salita in macchina con donne, uomini e bambini per “Partiti Adesso” (“un nuovo amore quest'estate ci travolgerà/partiti adesso): siccome non guarda mai la strada come nei film anni cinquanta, quel ritornello è da prendere letteralmente. Il video non è il massimo ma almeno non sono stati abbandonati animali domestici per realizzarlo.
Metafora del viaggio anche per Francesco Gabbani con Tra Le Granite E Le Granate (“in fuga dall’inferno, finalmente in viaggio/la tua vacanza in un pacchetto omaggio”) il quale perde la grande occasione di mettersi in costume, e cavalcare l’onda di quel chiacchiericcio (pare che in sala stampa a Sanremo non si parlasse d’altro. Stiamo parlando del suo immenso talento, ovviamente). E invece sta lì con la chitarra nel teatro di posa che sa d’estate come un parcheggio di Milano 2.
J-Ax e Fedez vogliono chiaramente colonizzare il mercato dell’abusivismo meridionale con “Senza Pagare”, in giro per mercati rionali, parlando in dialetto e facendosi offrire caciotte. Il video è sprovvisto di balletto, ma forse la canzone si presta per una sessione di Acquagym.
Noi tifiamo Rovazzi e la sua Volare. Ci fingeremo sorpresi per il duetto con Gianni chi-l’avrebbe-mai-detto Morandi. Perché se è vero che in Italia tutti ti odiano se fai successo, è anche vero che con i 50 milioni di dischi venduti nessuno si sogna di odiare Morandi. E dopo le critiche sui social ricevute dal giovane Rovazzi, questa sembra la strategia migliore per controbattere senza timor di replica: chi oserebbe tanto?
Nel video la moglie di Morandi, Anna, viene rapita e Morandi è costretto a duettare sulla hit estiva di Rovazzi. ("il featuring lo faccio al solo scopo/Ridatemi Anna sennò chi me le fa le foto ") Nel video compaiono Fedez, J-Ax, Maccio Capatonda, Lodovica Comello, l’ex capitano dell’Inter Javier Zanetti e Salvatore Esposito, il Genny di “Gomorra”. Tutti fanno la propria parte intertestuale. Perché la canzone non è solo una canzone: è un progetto virale che funziona se guardi il video e se capisci tutti i riferimenti e i livelli di lettura. Uno dei quali, esplicito, è quello di far fare la parte del vecchio che non capisce Rovazzi a uno che all'età di Rovazzi era il fenomeno incompreso.
Pare che Morandi abbia chiesto a Rovazzi perché chiamarla Volare e non “mi fai volare”, come nel ritornello, dato che esisteva già il brano di Domenico Modugno. E il furbo Rovazzi abbia risposto evasivo: “Il pezzo di Modugno s’intitola “Nel blu dipinto di blu” e poi “volare” è una parola come un’altra”. Una parola come un’altra coperta da Siae in quanto titolo secondario, mito collettivo, brand. Ma Rovazzi è troppo astuto per dire “volevo fare una canzone su modello di Volare: cantabile dai 7 ai 70 anni”, giocandosi l’aria d’umiltà che lo distingue. Se Volare di Modugno è un tormentone da sessant'anni, Volare di Rovazzi sarà un’istant virale da 60 milioni di visualizzazioni. O probabilmente il doppio.
Tra Gianni Morandi e Fabio Rovazzi nessuno lo direbbe ma il più social è il settantaduenne con il doppio dei follower del 23enne, al quale consiglia di tenere sempre i piedi per terra perché “il successo te lo devi conquistare giorno per giorno”. Il problema del successo è come mantenerlo. Basta fingere di non pensarci e godersi il momento come nel ritornello di Rovazzi: “Sto volando prego non mi disturbare / Il problema vero è come atterrare”.