Foto LaPresse

Per diventare regine dell'hip hop basta giurare vendetta ai maschi

Simonetta Sciandivasci

Che noia (e che paura!) l’autocertificazione di Nicki Minaj

Roma. Quando era un mondo adulto e si sbagliava da professionisti, l’autocertificazione non usava. Aretha Franklin, per intenderci, mai e poi mai avrebbe intitolato “Queen” un suo disco e sebbene lei fosse, per tutti, the queen of soul, lasciava che così la incoronassero gli altri (magari la sua era soprattutto prudenza, dopotutto Napoleone s’autoproclamò imperatore e finì, come sappiamo, malissimo). Adesso, invece, è un mondo di laureati all’università della (propria) vita e di dottorati in secondo me, di capi di sé in lavori fai da te e quindi è del tutto logico (coerente?) che un’artista come Nicki Minaj, non proprio eccelsa, che non ha inventato un diavolo di niente ma ha massimizzato, esasperandolo, quello che hanno fatto, di nuovo, le più brave prima di lei, pubblichi un disco e lo chiami “Queen”, annunciandone l’uscita per una data e, invece, pubblicandolo in un’altra, pochi giorni fa (il Corriere ha scritto che “una vera regina sa come farsi attendere”: ah sì? Sarà che noi siamo vecchio stampo e abbiamo come riferimento Her Majesty, una che sa come arrivare in orario, non avendo bisogno di stupire, essendo stupefacente di suo). Minaj, che sulla copertina di questo suo Queen compare in posa da sovrana del deserto, coperta solo qua e là di monili e bigiotteria molto meno cafona di quella che indossava quando, nel 2015, ballava alle spalle di Madonna, nel video della loro “Bitch I’m Madonna” . Ha detto Minaj che nel suo duetto (featuring, pardon) con Eminem c’è un verso che farà la storia (oibò!) e pure che si diverte da morire a leggere le reazioni al pezzo nel quale elenca tutti i rapper maschi con i quali non andrebbe a letto (che regalità, che eleganza!) e qui veniamo al punto. Il video di “Ganja Burn”, pubblicato il giorno dell’uscita del disco, chiarisce e sintetizza il senso di “Queen”: la vendetta sui maschi, che a quanto pare nel rap e nell’hip hop la fanno da padroni e da sessisti (il prossimo 25 agosto “The Miseducation of Lauryn Hill” compie vent’anni ed è considerato uno dei migliori dischi non solo del genere, ma della storia e Lauryn Hill è una donna, come di certo sapete). Apre il video il breve racconto di una regina buona e generosa, che però a un certo punto viene attaccata dai suoi nemici (#tuttimaschi, ovviamente) che vogliono sottometterla: lei si difende e si vendica. Minaj si rotola nella sabbia disseppellendo ossa e zombie: a un certo punto bacia pure un teschio e c’è da giurare che si tratti di un teschio d’uomo.

  

Gossip: l’ex fidanzato di questa regina dell’hip hop ha scritto su Twitter che lei, una volta, lo ha quasi accoltellato. Non che sia credibile, figuriamoci (è maschio) e comunque la cosa aumenta la stima dei fan per lei.

  

A tutti gli altri, aver perso la regina del soul, una che ha cantato la bellezza di svegliarsi e avere, come primo pensiero, quello di raccomandare a Dio la persona che si ama, piò o meno contemporaneamente all’aver acquisito una regina dell’hip hop che usa la musica per i suoi personali regolamenti di conti, un po’ di smarrimento lo provoca.

  

P.s. Chissà di cosa parleranno, tutte queste implacabili vendicatrici, quando saranno finiti i maschi.

Di più su questi argomenti: