Perché gli ambientalisti se la prendono con Jovanotti
Il tour “eco” sulle spiagge non basta. Contro Lorenzo c’è pure un comitato che punta il dito sul concerto a Ladispoli: disturba gli uccelli
In California, a fare Coachella, il festival più figo del mondo, nel deserto incontaminato dalle parti di Indio, ci sono riusciti. Senza danni naturali e facendone un’occasione di propaganda ecologista. Si dirà: sfido io, sono americani e sanno come si fa. Però adesso da noi ci prova Jovanotti, che ha appena lanciato per la prossima estate l’ambizioso progetto Jova Beach Party: 15 concerti in location balneari di tutti i tipi, per una festa a base di musica, ospiti, dj-set e attrazioni per grandi e piccini. Una “festa” nella più jovanottiana delle visioni sole, mare, amore, con un accento di consapevolezza ecologista rappresentato dalla collaborazione con il WWF che fa della manifestazione il lancio di una campagna “Plastic Free”, concepita per sensibilizzare riguardo ai danni della plastica per l’ambiente. Come sia nata la questione non è difficile immaginarlo e sta nello spirito di Lorenzo: la scintilla, l’entusiasmo, la voglia di adoperarsi per renderla realtà. Cosa meglio per disinnescare la routine dei tour, che reinventare il concetto di spettacolo, contaminarlo, tirarci dentro il circo, la fiera, i ghiaccioli e gli altoparlanti che diffondono tormentoni in tutto lo stabilimento? Il tutto coniugato con princìpi su cui lui non ha mai derogato: organizzazione ferrea, biglietti a prezzi umani e l’impegno a rendere coerente l’iniziativa e dunque, oltre a gridare slogan sul palco, pronunciare giuramento che i luoghi della festa saranno restituiti più puliti e sistemati di prima, con il marchio di garanzia della partnership col WWF.
Detto fatto, conferenza stampa e biglietti già in prevendita. E qui sono cominciati i casini. Perché gli ambientalisti non hanno visto di buon occhio il progetto e in particolare hanno puntato l’indice sulla tappa “romana” (come area di riferimento), prevista alla spiaggia di Torre Flavia tra Ladispoli e Cerveteri. La mobilitazione è montata rapidamente. E’ nato il “Comitato No Party” che proclamando “Spostare altrove il concerto. La duna è zona protetta. La biodiversità va rispettata”, ha denunciato quello che secondo loro sarà un disastro ecologico: “Con la rimozione in questi giorni delle recinzioni poste a salvaguardia e conservazione dei siti di nidificazione del Fratino, specie di interesse comunitario tutelata dalla Direttiva Cee ‘Uccelli selvatici’, si è consumato lo sfratto esecutivo degli animali che vivono nella duna, il cui periodo riproduttivo arriva oltre il mese d’agosto…”, si legge nel comunicato del Comitato. Nell’area infatti è presente un’oasi protetta, l’attigua palude è Monumento Naturale e l’antica Torre romana è sotto la sovrintendenza per l’Archeologia. La festa non s’ha da fare. Jovanotti però ha accettato la sfida: ma come, lui ci mette la faccia per fare qualcosa di popolare in favore della causa ambientalista, si associa al WWF e si ritrova sul banco degli imputati come potenziale vandalo? Convoca un tavolo tecnico e fa sapere d’essere pronto a considerare ogni criticità, in coerenza col principio di ecosostenibilità del progetto. L’evento ci sarà solo se il fratino e l’habitat non ne avranno a soffrire. Parola di Lorenzo. Il che fa supporre che attorno a questa manifestazione saranno molte e diverse le grane con le quali fare i conti, dal momento che gli attivisti l’hanno ormai messa nel mirino e ai social non sembrerà vero di dare addosso a Jovanotti come novello barbaro che s’arricchisce usando come teatro le bellezze naturali che sono di tutti noi, eccetera eccetera. Il che però raggiunge uno scopo già piuttosto interessante: pone al centro del dibattito e dell’attenzione un tema abitualmente scivoloso come quello dell’ambiente e della sua salvaguardia, che non è che dalle nostre parti, faccia spesso una presa straordinaria. Adesso ci sarà la gara a dichiararsi mooolto più ambientalisti di Jovanotti, tutti severi guardiani del benessere di spiagge, coste, mari, paludi etc. Bene così, no? Sempre che Lorenzo tenga il punto, lasci spazio per nidificare al fratino e garantisca la qualità dell’evento, possiamo dire che è un successo, ancora prima di cominciare.