Tommaso Paradiso è uscito dal gruppo: “I The Giornalisti non esistono più”
Mentre gli italiani discutevano di Renzi, il fuoriuscito illustre di questa estate di divorzi all’italiana, il cantante ha lasciato il gruppo indie. Con linguaggio da comare e frasi da fake di Osho. Che brutta fine, così giovane, così anziano
Tommaso Paradiso è uscito dal gruppo. Lo ha annunciato con sei storielle Instagram, ieri a ora di cena, mentre gli italiani discutevano di Renzi, il fuoriuscito illustre di questa estate di divorzi all’italiana, di un 17 settembre di scissioni per la vita che verrà nell’Italia che verrà, l’Italia Viva. “I The Giornalisti per quel che mi riguarda non esistono più”, ha scritto, dopo aver spiegato che le ragioni se le terrà per sé e averci dato il permesso di fare congetture, polemiche, critiche (grazie, com’è umano lei) e persino di dire inevitabili “inesattezze” (grazie, come ci conosce bene lei) e aver lasciato intendere a chi vuole intendere, quindi ai suoi ex compagni, che non ribatterà alle possibili sgradevolezze che gli indirizzeranno. Tutte abbiamo almeno un’amica che, dopo aver lasciato il suo uomo (o viceversa), s’è sentita in dovere di farlo presente pubblicamente su un social network, come fosse un sindaco che abbandona un’amministrazione di punto in bianco, e quindi riconosciamo il linguaggio dell’aggressione passiva, del “te la farò vedere io” e del “adesso mi aspetto che stiate tutti dalla mia parte”, il “non vi dico niente” per farsi chiedere tutto, e la drammaticità della vedovanza o del divorzio non consensuale dopo 35 anni di matrimonio.
Paradiso, che comare, una di quelle che tutte noi subiamo, prima o poi. Che brutta fine, così giovane, così anziano. Così renziano, anche. E non solo per la dipartita dal gruppo che l’ha reso chi è, proprio in un momento buono, di crescita, ma pure per aver fatto e disfatto tutto da solo, e anche con una certa protervia – o decisionismo.
Ricordate quando venne fuori quel fuorionda in cui Graziano Del Rio disse, due anni fa, nelle settimane della scissione bersaniana che diede vita a quel fantastico progetto d’insuccesso che è stato Articolo 1: “Matteo non ha fatto nemmeno una telefonata per evitare la rottura”? Ecco. Marco Rissa Musella, un altro componente dei The Giornalisti ha fatto sapere, sempre su Instagram, che la scelta di Paradiso è sua, soltanto sua, e che la band continuerà a suonare perché “la decisione di un componente non può vincolare gli altri due”. Insomma, Paradiso non deve aver fatto nemmeno una telefonata, nemmeno un vocale di dieci minuti, per evitare la rottura, o addolcirla, o pattuire i modi di comunicarla. Nulla. Anzi, potrebbe perfino aver cambiato la password della pagina Instagram del gruppo, tant’è che sempre Rissa Musella s’è scusato con i fan che lamentavano di non riuscire a scrivere commenti sotto le foto della band, dicendo che non riusciva più ad accedere al profilo. Paradiso ha scritto che le ragioni le tiene per sé, perché certi dolori non vanno condivisi – e però “vi basti sapere che sono stato male” – mentre Rissa Musella ha scritto che “chi decide autonomamente di andar via può andare a cercare di guadagnare più soldi da solo”, e quindi dev’esser stato per quattrini e mitomania che Paradiso ha scelto di mettersi in proprio, essendo convinto d’esser l’anima, il creatore e il signore dei The Giornalisti, e ritenendo gli altri componenti due complementi d’arredo invecchiati male e ormai démodé come era diventato The Freezer per Iris Blond in “Sono pazzo di Iris Blond” di Carlo Verdone.
Non che ci manchino i maschi alfa, eh, per carità, ma una zuffa a colpi di password tra ultratrentenni con ampia disponibilità di donne (va bene che non ci sono più le rock star ma quelli con la chitarra in mano hanno ancora il sesso assicurato, suvvia), è uno spettacolo a cui forse soltanto in recessione sessuale potevamo aspettarci di assistere.
Non reggono le coppie, figuriamoci i gruppi indie. D’altronde “Le cose accadono, è insito nella natura mutevole dello spazio e del tempo”, ha scritto sempre Paradiso, una frase con la quale voleva semplicemente dire che Todo cambia, e invece ha tirato fuori una frase da fake di Osho. Il mondo non s’affronta più, il mondo si sopporta, e così tenere in piedi una band o una carriera musicale sembra un’impresa eccezionale, che s’esaurisce in pochi anni, pochi dischi, poche cose da ricordare. Francesco Motta il 28 settembre saluterà le scene, Fedez lo ha fatto qualche mese fa, Vasco Brondi s’è congedato da sé stesso (Le Luce della centrale elettrica), e diciamo che tutti lo hanno fatto con una precocità ridicola ma modi dignitosi. Tommaso Paradiso è stato soltanto ridicolo, ma pazienza, qualche buona canzone l’ha scritta, e la continueremo a cantare (anzi, a gridare, come ha scritto lui, e guai a disubbidire a uno scissionista), qualche altra buona canzone la scriverà e l’impareremo a memoria, come succede più facilmente con le peggiori che con le migliori.