(1941-2021)
Con la morte di Charlie Watts i Rolling Stones dicono addio alla loro gioventù
Il musicista inglese morto oggi a 80 anni passava inosservato nel gruppo: il suo stile ritmico era essenziale ma era poco avvezzo alle cronache mondane
Sarà perché il batterista, in una band, sta quasi sempre nascosto - quando non sopraelevato da una pedana - ma i bookmaker di Londra si preparano a saldare lauti incassi dalla scomparsa di Charlie Watts, una vita dietro i tamburi dei Rolling Stones. Il musicista inglese è morto oggi a ottant’anni, inopinatamente rispetto alle macabre previsioni di massa relative ai suoi colleghi di band, oggetto di scommesse da incassare a lungo termine: del resto, Mick Jagger e ancor più Keith Richards hanno scherzato più volte con la Nera Signora, giocando al rimpiattino tra gli eccessi di alcool e droghe, salvo ricomparire sempre smaglianti all’atto pratico di salire sopra un palco o chiudersi dentro uno studio d’incisione. Watts invece passava inosservato, tanto era essenziale il suo stile ritmico, quanto poco avvezzo alle cronache mondane: stava a lui equilibrare le star del gruppo, facendosi rispettare come le sue radici jazz gli imponevano, da fan precoce di Miles Davis e John Coltrane entrato nella Linguaccia per sostituire Mick Avory, Carlo Little e soprattutto Tony Chapman.
Correva il gennaio 1963, le Pietre Rotolanti stavano per firmare con Decca e perfezionavano il proprio credo figlio del blues: alla chitarra c’era ancora Brian Jones, trovato morto in piscina sei anni più tardi. Per questo, filologicamente, Watts non è “the first of the gang to die”, citando il bel brano di Morrissey: ma lo è nell’evo contemporaneo, quando il quartetto nato a Dartford continua a consacrare la propria leggenda a suon di esibizioni dal vivo sempre esaurite e di rare uscite discografiche. Scontato che la circostanza letale non manchi di contraccolpi in seno all’entourage, non escludendo che la fine del batterista rappresenti anche la fine del progetto Rolling Stones: eppure questo serio signore britannico l’aveva vista da vicino, la torbida amante ripudiata dal suo frontman e dal compagno di groove, quando nel 2004 gli venne diagnosticato un cancro alla gola. Allora il nonno con le bacchette l’aveva sfangata, oggi invece ha dovuto cedere in un ospedale della capitale dopo un’operazione chirurgica d’urgenza alle coronarie, assistito dalla famiglia e protetto dal silenzio chiesto dal management: solo poche settimane fa aveva comunicato agli altri che non se la sentiva di partecipare al tour americano, in partenza a fine settembre, ora naturalmente e rispettosamente sospeso senza una data. Forse, per la prima volta, con il commiato da Charlie Watts anche i Rolling Stones dicono addio alla propria statutaria gioventù.