"Eventi”, “serate”, “live”, i complicati rapporti con gli altri rapper, i pezzi che escono, poco alla volta farsi un pubblico. Venir fuori, soprattutto, perché tanti altri invece no, si vede che non ce la fanno, perché il talento e la costanza non sono quelli giusti. 18 anni, 19, 20, le cose della vita, gli errori. E i mostri: la confusione, la depressione, la rabbia che perseguita. Ma la scelta ormai è fatta, attentamente coltivata, si è ramificata fino a diventare un sistema complesso, di cui solo chi ne è protagonista ha piena contezza, una specie di febbre, anche se non riesce a essere eloquente al riguardo. Non fosse che sembra sempre tutto andare storto, la famiglia si è dissolta, tua madre è una scialuppa alla deriva in mezzo al mare, la scuola fa pensare a un cimitero e i lavori che trovi fanno schifo. Solo la musica resiste, e vale. Le rime, i contest, il palco. Il sogno. E la brutta realtà.
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