Musica, maestro!
Mahler a Santa Cecilia. Una “Resurrezione” per la stagione della rinascita
Al via questa sera con la seconda sinfonia diretta da Hrůša
Si inaugura stasera con la “Resurrezione” di Gustav Mahler (la sua Seconda sinfonia) la nuova stagione dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Scritta negli ultimi anni del 1800, la partitura ha una struttura complessa e molto vasta che coinvolge la grande orchestra, due voci di soprano e contralto e il coro. Uno spartito nato dopo lunghi anni di lavoro, revisioni e numerosi ripensamenti. “È un monumento – dice al Foglio il nuovo direttore ospite Jakub Hrůša – un viaggio musicale dalle tenebre alla luce. Un universo dove convivono dolore, speranza, battaglia, odio, ma alla fine trionfa l’amore. Solo un’opera d’arte può fare questo, parlare dell’amore senza scadere nella retorica o nel ridicolo”. Hrůša debutta in Accademia con l’entusiasmo di chi raggiunge una nuova e importante tappa della sua carriera. Lui che a livello internazionale è tra i più richiesti: direttore principale dei Bamberger Symphoniker e ospite fisso dei Berliner e dei Wiener. “Sono tanti anni che inauguro delle stagioni musicali ma sento comunque tutta la responsabilità di questo evento. Allo stesso tempo però godo nel fare musica con questa meravigliosa orchestra. Un continuo scambio di idee, un rapporto che spero si rinsaldi negli anni perché Santa Cecilia è tra le orchestre di riferimento nel repertorio sinfonico”.
Il titolo scelto per questa prima vuole sottolineare come questa sia la stagione della rinascita. Il presidente Michele Dall’Ongaro lo conferma “Un titolo che dice molto di quello che stiamo vivendo e spiega il valore della stagione che andiamo a inaugurare”. Nei mesi più difficili della pandemia, Santa Cecilia ha mantenuto stretto il rapporto con il suo pubblico cercando di utilizzare tutti i mezzi a disposizione per accompagnare una fase così particolare delle nostre vite. “Questa nuova stagione – continua Dall’Ongaro – vuole essere una sorta di risarcimento per il nostro pubblico, vecchio e nuovo. Un risarcimento per il tempo perduto. Vogliamo anche ringraziarlo offrendo un’esperienza di vita intensa e profonda grazie alla presenza di musicisti tra i più interessanti della scena internazionale. Ci saranno gli otto concerti diretti da Pappano e, fra gli altri, i direttori Petrenko, Herreweghe, Mariotti, Viotti, Temirkanov. E poi tanta musica che spazia dall’antica a quella contemporanea”. Grandissimi artisti che l’Accademia invita per le doti musicali senza cedere al moralismo imperante come il caso di Placido Domingo, accusato di molestie da una collega durante una produzione di vent’anni addietro. “È un argomento spinoso – dice Dall’Ongaro – mi sento di dire che nel momento in cui non si viola la legge e la dignità delle persone, io guardo alle doti artistiche. E poi chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
Altro tema scottante è quello del numero di persone ammesse in sala. In queste ore si discute di aumento del pubblico al chiuso e riapertura delle discoteche. È una questione annosa che ancora non si sblocca, malgrado il parere favorevole del Cts. Il presidente si augura che presto l’Auditorium possa essere riempito in ogni ordine di posti. “Suonare per poche persone non è il massimo – dice il maestro Hrůša – questo deve ricordare a tutti noi quanto sia importante la musica. Noi musicisti poi abbiamo il dovere morale di rendere l’esperienza musicale indimenticabile per tutto quel pubblico che ci segue con affetto. Durante il lockdown la cultura non si è fermata e si sono affermati nuovi canali per fruire della musica. Questo è un fatto molto positivo che però non potrà mai sostituire e paragonarsi all’esperienza dal vivo”.