un nuovo talento
Frida Bollani Magoni fa concerti sold out, ma "la scuola prima di tutto"
Il doppio cognome perché è musicale, la passione ereditata dai genitori, il successo dell'esordio in televisione. La giovane cantante e pianista, una voce dalle mille sfumature, parla della sua vita, tra impegni scolastici e artistici. In un liceo che sembra "Saranno famosi"
Frida Bollani Magoni è la figlia di Stefano Bollani e di Petra Magoni. Il primo è pianista jazz, conduttore televisivo e funambolo della tastiera, la seconda è cantante e attrice. Frida ha voluto mantenere i due cognomi “perché molto musicali”, non certo per sottolineare il suo “essere figlia di”. “Nessuno mi ha mai presentata come la figlia di Bollani e penso che sia anche giusto così”. Ancor più del nome, la ragazza ha ereditato dai genitori il talento e la passione per la musica. “Sicuramente dipende anche da loro se ho iniziato a fare musica nel momento stesso in cui sono stata concepita”.
A diciassette anni Frida conduce una vita normale, fatta di musica, scuola e tanti sogni, non oscurati dal suo essere ipovedente. “È un dono – dice la ragazza – che mi ha permesso di sviluppare tutti gli altri sensi”. La sua notorietà esplode quando, durante una puntata di “Via dei Matti Numero 0”, trasmissione condotta e ideata da Stefano Bollani e Valentina Cenni, Frida si esibisce nell’“Hallelujah” di Leonard Cohen accompagnandosi al pianoforte. Un successo ripreso da tutti i media che la pone al centro della scena musicale nazionale. Voce potente e sicura, capace di mille sfumature, dove risuonano le influenze jazz, pop e cantautorali. Quando parla di musica, Frida si illumina. Se la conversazione si sposta su altri argomenti, lei ritorna al suo amore. “La musica è vita. La musica è la mia vita. Per me è una cura, un modo per comunicare. È tutto quello che provo e che sento. Io mi esprimo con la musica”. L’hanno compreso bene gli spettatori dei suoi concerti estivi, molto spesso sold out. “Il successo in tv ha solo dato risalto al tour che stava per partire, una serie di concerti in cui mi piace reinterpretare altre canzoni”.
Frida concilia gli impegni scolastici con quelli artistici. La scuola prima di tutto perché “avere almeno un diploma è fondamentale per qualsiasi scelta futura”. Il suo è il liceo musicale di Pisa (dove non esiste un Conservatorio) pensato per coloro che amano la musica e che iniziano a fare esperienze artistiche. “È una scuola particolare – continua la ragazza – ci sono lezioni al mattino e attività pomeridiane. Entri nell’atrio e senti musica. Spesso mi sembra di frequentare la scuola di ‘Saranno famosi’”.
Per Frida la scuola è il luogo “dove farsi un bagaglio tecnico, fondamentale per il mestiere di musicista”. Anche le amicizie sono legate alla musica: “Sono quasi tutti musicisti; le amicizie a scuola ci sono ma penso che gli ‘amici della vita’ si incontrino dopo”. Quando le chiediamo un giudizio sui gusti musicali dei giovani di oggi, la ragazza mostra idee chiare: “Dipende da cosa ascolti e che mezzi utilizzi. È fondamentale spaziare. La musica che ascoltano i giovani di oggi non è tutta da buttare. Non amo la trap ma devo ammettere che alcune volte mi diverto a cantare con l’auto-tune. Il punto è conoscere e ascoltare tanta musica”. E i suoi gusti musicali? “Io ascolto di tutto e non divido la musica in generi. Sono molti gli artisti che seguo con interesse e penso influenzino il mio lavoro. Per la voce, sicuramente Ariana Grande. Per le composizioni Oren Lavie, cantante israeliano di cui io spesso suono le cover. Ha un modo di scrivere musica e canzoni che mi suggestiona. Io non scrivo tantissimo ma quando capita mi ispiro a lui. Per quanto riguarda l’armonia e gli arrangiamenti mi piace molto Jacob Collier”.
In questi giorni Frida è a Londra per qualche giorno di vacanza e lavoro. Sono tanti i progetti: “Voglio suonare, fare concerti, incidere dischi e poi suonare di nuovo! Spero di poter scrivere in inglese. Vorrei anche girare il mondo e conoscere tante culture musicali. Al momento però sto preparando un mini tour durante le vacanze di Natale. Perché la scuola è troppo importante”.
*Questa intervista (e molto altro) è possibile leggerla su “La classe non è acqua”, la newsletter del Foglio dedicata alla scuola.