La Rappresentante di Lista, dall'Ariston ad alfieri del revival discotecaro
Il tormentone “Ciao ciao” e una sottile rivalsa intellettuale
Le figure più ermetiche di Sanremo e del dopo Sanremo, nonché della mobile scena musicale del momento, sono quelle de La Rappresentante di Lista. Un 36enne laureato in medicina di Palermo, Dario Mangiaracina, e una vocalist viareggina proveniente dal training fisico-mentale di Emma Dante, Veronica Lucchesi. Quattro album in sette anni, un romanzo pubblicato insieme per il Saggiatore (“Maimamma”), una performance ispirata ad Alejandro Jodorowsky, suoni che hanno tracimato dal post-cantautorato a una dance teatralizzata e densa di italianità. Quindi il fortunato palco dell’Ariston 2022 (un ritorno dopo il promettente passaggio con “Amare”, l’anno prima), un tormentone azzeccato, “Ciao, Ciao”, una cover spudorata di “Be My Baby” delle Ronettes, prodotta con Cosmo e cantata con Margherita Vicario e Ginevra. La lenta emersione dal brodo di coltura di questo progetto: un certo underground giovanile italiano avulso dai principali poli metropolitani, estraneo alla politica ufficiale ma non all’impegno sulle questioni sociali, interconnesso con le strutture di formazione accademica, però col laconico distacco di chi ha valutato le rinunce necessarie a penetrare nel sistema e ha detto no, grazie.
Dario e Veronica riproducono modelli presenti quanto invisibili nel panorama dei nostri trentenni, difficili da incasellare, cresciuti negli interstizi tra i filoni delle grandi definizioni giornalistiche, intensi nella convinzione che li ha portati a realizzare un progetto artistico complesso, ma capace d’essere commerciale. La musica e l’immagine de Lrdl piacciono trasversalmente, risuonano sugli autobus, nelle stazioni, nelle radio, nelle camerette e anche nelle discoteche che adesso riaprono e di cui possono diventare inattesi alfieri della rinascita.
Nelle interviste, con studiata vaghezza, definiscono “queer” la loro rappresentazione, intendendola avulsa da qualsiasi appartenenza, da qualsiasi fronte, schieramento e crociata. La loro fluidità è assodata, superata, non in discussione. Al punto d’arrivare alla libertà d’essere pochissimo modaioli, molto “off” e al tempo stesso accessibili e perfino popolari nello stile, adesso molto seri quanto alla prospettiva d’un inatteso successo mainstream, che non escluderà la simpatia da parte da quelle aree di marginalità da cui provengono. C’è un sottile spirito di rivalsa intellettuale in quest’essere così, che accomuna Lrdl a Giovanni Truppi, altro rigoroso militante musicale di lunga data, che sta riuscendo a dispiegarsi senza fare compromessi.
E ora Veronica e Dario vanno in giro dicendo d’essere pronti a candidarsi all’Eurovision Song Contest in rappresentanza di San Marino o del Vaticano, se mai li prendessero in considerazione. Non verranno accontentati, ma la provocazione ha un sapore anni Settanta da non sottovalutare. Significa: considerateci, anche se non ci capite e vi affasciniamo un po’. Mezzo secolo fa finì in una grande incomprensione. Ma adesso tutte le identità si confondono, non si parla d’altro, per cui chissà, chissà dove potrebbero arrivare questi cultori dell’happening psicomagico da sala da ballo.