vacanze pop
Ginevra, Elisa, Ariete. Tre canzoni controvento per sorprendere l'estate
Tre voci che viaggiano in controtendenza rispetto alle atmosfere musicali dominanti questo ferragosto, capaci di rischiararlo. "Anarchici" è un inno alla libertà, "Litoranea" evoca una galleria di romanticismi condivisi e "Tutto" è cronaca di un innamoramento slacker. Tre maestre di stile
Tre canzoni e tre voci femminili che viaggiano in controtendenza rispetto alle atmosfere musicali dominanti questa estate e per questo motivo la rischiarano e sorprendono. “Anarchici” è il nuovo singolo di Ginevra, artista che già da qualche tempo si sta mettendo in luce per una produzione sofisticata in risonanza con certe cose britanniche (FKA Twigs, a esempio), pubblicata da Asian Fake, che adesso è certamente una delle etichette italiane più attendibili. Ginevra lo scorso febbraio si è anche affacciata a Sanremo nella serata delle cover, schierata da La Rappresentante di Lista, insieme a Margherita Vicario per una notevole esecuzione di “Be My Baby” delle Ronettes.
“Anarchici” funziona molto bene: una liquida base sintetica approntata dai fratelli Fugazza, che producono il tutto, un beat veloce e la voce di Ginevra che gorgheggia un inno alla libertà e all’individualismo: “Meglio stanchi morti / che vivi nell’ombra. Meglio esser noi stessi / che fingerci nulla”. Ginevra Lubrano, 29 anni, torinese d’adozione, un discreto EP già all’attivo, sta percorrendo quella lunga gavetta che oggi è destino di chi si collochi al di fuori del suono mainstream commerciale. Merita attenzione e per lei il passo decisivo potrebbe essere proprio la partecipazione in prima persona a una rassegna popolare come quella gestita da Amadeus, per la quale d’altronde sembra ormai pronta. Da lì in poi, volo libero, ma i presupposti ci sono tutti.
Non ha invece bisogno di trampolini o di conferme Elisa Toffoli, in arte solo Elisa, che continua a essere una figura a sé, a modo suo appartata, ma comunque stimata e stimabile nella scena della nostra canzone, ugualmente apprezzata dal pubblico e dall’ambiente nel quale ormai agisce da quasi trent’anni, scoperta giovanissima da Caterina Caselli. La produzione di Elisa è coerente e non conosce flessioni. Anche lei è reduce da un fortunato passaggio a Sanremo con “O forse sei tu”, classificatasi al secondo posto giusto dietro lo strapotente successo di Mahmood e Blanco, a cui è seguita la pubblicazione di “Ritorno al Futuro”, album bilingue colmo di collaborazioni (fra gli altri Franco 126, Venerus, Jovanotti, Giorgia ed Elodie, per la quale Elisa continua peraltro a scrivere pregevoli canzoni).
Proprio dalla tracklist di “Ritorno al Futuro” esce “Litoranea”, il notevole singolo con cui Elisa ha imboccato una rutilante estate di concerti in giro per la penisola. E anche in questo caso le collaborazioni sono di livello, con la produzione di Mace e la partecipazione della giovane diva cinematografica Matilda De Angelis come vocalist e co-interprete di un piacevole video firmato da YouNuts! Il pezzo ha una magia malinconica, capace di evocare tutta una galleria di visioni così tipicamente italiane da appartenere al nostro romanticismo condiviso. E le due ragazze insieme, immortalate nel clip che ne racconta la passione sullo sfondo della Costa Azzurra, hanno una forza e un orgoglio a cui non si resta indifferenti, mentre il resto lo fa la sapienza vocale di Elisa e un testo scritto dalla penna mai banale di Calcutta.
Terza canzone da andare a cercare è “Tutto” di Ariete, uscita solo pochi mesi dopo “Specchio”, l’album che ha mandato in orbita la ventenne cantante di Anzio, trasformandola in una specie di eroina istantanea, magnificamente emblematica di turbamenti, idee e sentimenti della migliore legione dello slackerismo italiano XXI secolo. Prodotto da Erin, membro dell’interessante collettivo toscano Bnkr44, “Tutto” trasforma in un’altra delle magnetiche cantilene di Ariete la cronaca di un innamoramento, con tutti i relativi capogiri che l’accompagnano: “L’effetto che mi fai / troppo grande per l’età che ho” mormora Ariete, col suo tocco semplice e naturale che continua a stupire e con la capacità innata di connettersi e descrivere quei famosi turbamenti dell’età in cui “provare” è ancora più importante di “esprimere”. E poi Arianna ormai detta legge anche nello stile, se è vero che ha finalmente sdoganato anche da noi, seppure in ritardo, quei baschi della Kangol che pareva che soltanto Noel e Liam Gallagher potessero indossare, come elmi protettivi contro il pericolo d’invecchiare.