in puglia
I vent'anni di musica dei Negramaro al concerto evento a Galatina
Siamo stati all’n20 Back Home della band salentina. Molti gli ospiti, da Fiorella Mannoia ad Elisa. Sangiorgi: "E' la nostra festa ma anche la celebrazione della nostra terra"
Chi è del Salento o va in Salento, la zona più a sud della Puglia, lo sa e vi risponderà che "è tutto a mezz’ora di distanza", delle volte anche meno, come nel caso dei due paesini in provincia di Lecce di Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro, e della sua compagna Ilaria Macchia, autrice e sceneggiatrice. Lui è di Copertino, lei di San Donato. Al centro c’è l’Aeroporto Fortunato Cesari di Galatina, dove lui, insieme agli amici del gruppo salentino - Ermanno, Lele, Andrea, Pupillo e Danilo - ha deciso di festeggiare venti anni di carriera, venti anni di grandi successi in Italia e nel mondo, tra premi e concerti sold out.
"Il nostro è un back home, una vera e propria festa fortemente voluta nella nostra casa, là dove tutto è cominciato", dice al Foglio il giorno delle prove, a poche ore dall’inizio di questo evento speciale che hanno deciso di chiamare “n20 Back Home”. Dietro le quinte, dopo un saluto al presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani - che ha regalato a ogni componente della band la maglietta della squadra gialla e rossa - arriva Fiorella Mannoia, tra i super ospiti del concerto.
Ci sono anche Elisa, Samuele Bersani, Niccolò Fabi, Diodato, Sangiovanni, Malika Ayane, Ermal Meta e i primi ballerini del Teatro Alla Scala di Milano Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko. Manca Lorenzo Jovanotti, assente per via dell’infortunio in bici a Santo Domingo, ma c’è con un video. Ci sono Rosa Chemical, Ariete, Samuel e Aiello, "tanti giovani che hanno tutto il nostro supporto", tiene a precisare Sangiorgi: "Il mondo sarà loro".
Nel frattempo, in aeroporto tutto è pronto per il concerto pugliese dell’anno. "È la prima volta che si suona qui, per noi è un grande onore. Un volo, il nostro, lontano dal concetto militare, un volo di pace, sempre più fondamentale, soprattutto in un periodo come questo".
"Questo aeroporto, centro nevralgico del Salento - racconta Sangiorgi - è un luogo simbolico, soprattutto per me che da piccolo ci venivo con i miei nonni nei giorni in cui mi facevano marinare la scuola. Loro mi portavano a vedere gli aerei, mentre raccoglievano la cicoria al campo accanto. L’idea dell'amore di condividere è nata da lì".
A quello che eravamo
A quello che ora siamo
A come noi saremo un giorno
(Cantavano nella loro prima canzone, La prima volta, pubblicato con Sugar e Caterina Caselli)
Lui e gli altri della band si raccontano e tornano indietro nel tempo quando immaginavano il cielo come l’unica via percorribile per raggiungere il sogno partito proprio da lì, dal Salento, nel caso di Giuliano da una cameretta in cui ascoltava i Depeche Mode e Luigi Tenco fino alla sala prove con gli altri cinque. "Da lì abbiamo iniziato a credere seriamente che quelle pareti non ci fossero poi ed è così che abbiamo iniziato a volare, dimenticandoci che eravamo dei ragazzini come tutti gli altri, con la differenza che a ogni canzone scritta quella nostra cantina in cui provavamo da soli si allargava sempre di più. Toccavamo il cielo con un dito - continua - suonavamo per noi. Ma non eravamo soli, senza saperlo. Non sapevamo dove ci trovassimo, se davvero la nostra sala prove fosse a Veglie o a Liverpool. La nostra Puglia si era accorta del rumore che faceva quel sogno ad occhi aperti e si è messa accanto a noi, a pilotare quell'aereo che ci avrebbe portato sui palchi più grandi del pianeta".
Arrivano e si esibiscono nel frattempo anche i primi ballerini del Teatro Alla Scala di Milano Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenk, un live show che si continua con duetti e performance inedite che ripercorrono la loro storia. "E' la nostra festa, questo è vero - dice Sangiorgi - ma anche la celebrazione di una terra che sa come amare i suoi figli e sa come insegnare loro a volare, per raggiungere orizzonti più lontani, al di là del mare".