Metti un po' di musica italiana. I dati da record della nostra industria discografica
Terza in Europa in quanto a espansione, con un giro d’affari da 440 milioni di euro, l'industria musicale del nostro paese è in ottima salute. E si vendono bene persino gli obsoleti compact disc. I report Fimi, Ifpi e Spotify
Non è stato solo il pil italiano a volare nel 2023. Se l'Italia è cresciuta più della media dell'Eurozona, anche la nostra industria discografica ha vissuto un periodo d'oro: terza in Europa in quanto a espansione, con un giro d’affari da 440 milioni di euro. Dati freschissimi della Federazione Industria Musicale Italiana (Fimi). Nonostante l'inflazione, la “musica registrata” vende bene e segna una crescita del 18,8 per cento. La più alta mai vista a livello nazionale e una delle più consistenti del pianeta. La conferma della vitalità globale del settore arriva anche dal report dell'Ifpi pubblicato giovedì: il mercato internazionale cresce del 10,2 per cento, pari a 28,6 miliardi di dollari.
A fare da traino è lo streaming, che da solo copre il 65 per cento del mercato italiano, dice Fimi, con ricavi in salita del 16,2 per cento (più di 287 milioni di euro). Negli ultimi due anni la sola Spotify – che pochi giorni fa ha presentato il suo report sullo streaming musicale – ha versato quasi 4 miliardi di dollari ai detentori dei diritti di tutto il mondo. Artisti ed editori guadagnano più del doppio oggi rispetto all'epoca dei cd (5,5 miliardi di dollari nel 2022 contro i 2,5 del 2001). Del resto grazie alle app di ascolto possono raggiungere il successo anche artisti che non avrebbe trovato spazio tra gli scaffali dei negozi o nelle top 40 delle stazioni radio. Successo che si ottiene oggi anche in altri mercati, come confermano sia i dati di Fimi (i ricavi dall’export di musica italiana nel 2023 superano i 26 milioni di euro, più 20 per cento sul 2022) sia di Spotify: più della metà dei 66.000 artisti che hanno generato almeno 10.000 dollari sulla app proviene da paesi in cui l’inglese non è la prima lingua. Tanto per fare il nome di uno che promette grandi cose anche in questo 2024: “Tuta Gold” di Mahmood è la canzone di Sanremo più ascoltata all’estero, con più del doppio degli stream delle altre hit festivaliere. Ed è 52esima nella classifica globale di Billboard.
Ma non è tutto dematerializzato quello che luccica: anche le vendite dei dischi e persino dei vituperati compact disc, quasi roba da antiquari, sono in positivo (rispettivamente +24,3 per cento e +3,8).