La storia di Yuval Raphael, sopravvissuta al 7 ottobre che rappresenterà Israele all'Eurovision

"Voglio raccontare la mia storia e quella di Israele. Non per cercare compassione ma per restare forte, anche di fronte ai fischi che sono sicura al 100 per cento arriveranno", ha detto la cantante

Enrico Cicchetti

"Il suo viaggio da sopravvissuta a performer è una straordinaria storia di resilienza e speranza", ha scritto in un editoriale il Jerusalem Post. E per una volta l'abusata parola resilienza coglie nel segno. Perché Yuval Raphael, la 24enne che rappresenterà Israele all'Eurovision, il 7 ottobre 2023 era al Supernova festival quando i miliziani di Hamas hanno stuprato, massacrato e preso in ostaggio molti dei giovani che si trovavano al rave organizzato vicino al kibbutz di Re'im e al confine con Gaza. Nell'attacco al festival sono morte 364 persone e 40 persone sono state rapite.

 

"Voglio raccontare la mia storia e quella di Israele nonostante le difficoltà e le probabili contestazioni che potrebbero arrivare", ha detto Raphael, che prima della strage non aveva mai pensato di dedicarsi professionalmente alla musica. In un'intervista ha spiegato infatti che userà il palco dell'Eurovision per "raccontare loro la storia del paese, di ciò che ho passato, di ciò che hanno passato gli altri. Ma non per cercare compassione. Voglio che sia per restare forte di fronte a tutto questo e di fronte ai fischi che sono sicura al 100 per cento arriveranno dalla folla". L’anno scorso, per esempio, la partecipazione di Israele ha provocato polemiche e la concorrente israeliana Eden Golan, su pressioni degli organizzatori che volevano tenere la politica fuori dal Contest, non ha potuto portare un brano con un testo dedicato al massacro del 7 ottobre. Così October Rain è diventata Hurricane. Golan ha interpretato l’originale solo dopo essere tornata in Israele.

  

 

La storia di Yuval Raphael è straziante. Intrappolata in un rifugio antiaereo a bordo strada con oltre 40 altri frequentatori del festival, si è nascosta sotto mucchi di cadaveri, fingendosi morta. Per otto ore, fino all'arrivo dell'esercito israeliano. "Quando i corpi delle persone uccise sono caduti su di noi, ho capito che nascondermi sotto di loro era l’unico modo per sopravvivere all’incubo", ha detto lo scorso marzo quando è intervenuta al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite in rappresentanza del Jerusalem Institute of Justice. I terroristi continuavano a entrare e uscire dal rifugio, per assicurarsi che tutti fossero morti, ma Raphael è rimasta immobile. "Sono entrati sei-sette volte. E ogni volta uccidevano altre persone". Del gruppo iniziale, solo 11 persone sono uscite vive dal bunker, e Raphael porta ancora con sé i ricordi fisici di quel giorno: schegge conficcate nella testa e nella gamba. "Il rifugio era così piccolo, con così tante persone stipate lì dentro, che non c’era più terreno dove mettere i piedi. Per uscire ho dovuto camminare sui morti", racconta. "Devo la mia vita a quelle persone eccezionali che non potevano più proteggere se stesse perché erano state uccise, ma che con il loro corpo mi hanno salvata".

 

  

Raphael accede all’Eurovision, che si terrà dal 13 al 17 maggio a Basilea, dopo aver vinto il talent HaKokhav HaBa (Stella nascente, ndr). In finale ha cantato "Dancing Queen" degli ABBA, che ha dedicato a "tutti gli angeli" assassinati al Nova. E sta provando a trasformare il suo trauma in arte e dice di vedere la musica come una parte cruciale del suo processo di guarigione. Ora, sul palco svizzero "non sarà una sola donna, ma l'intero Nova festival, come se le si fosse impresso addosso come un tatuaggio", chiosa il Jerusalem Post. 

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti