Achille Lauro al Festival di Sanremo 2025 (foto LaPresse)

Sanremo 2025

Achille Lauro nella restaurazione di Carlo Conti: un Festival di Sanremo centrista. La classifica

Stefano Pistolini

Dopo lo spettacolo radiofonico di Amadeus, una manifestazione al guinzaglio, dove il diktat è “Niente sgarri se non a uso share”. Come è andata la prima serata: i promossi e i bocciati

L'amore è come una pioggia sopra Villa Borghese / E noi stiamo annegando, naufragando / è un romanzo / sono solo a fare a botte con gli amici miei” è la strofa migliore di Sanremo 75. Del resto Achille Lauro per distacco. La sua performance lascia pochi dubbi su chi sia l’artista da incoronare, qualsiasi saranno gli esiti.

   

   

Nel frattempo nella prima serata è stato tutto un evocare il Festival della restaurazione, con quella macilenta squadra di presentatori a dare una sensazione argentina al tutto, e l’idea di una manifestazione al guinzaglio, dove il diktat è “Niente sgarri se non a uso share” e andrà così fino alla fine. Del resto Amadeus faceva un festival più “radiofonico”, sensibile alle playlist e attento alle ultime tendenze, Carlo Conti che pure di radio ne ha fatta, adesso si occupa di televisione di sistema, e lo slogan “tutta l’Italia”, che risuona ogni dieci minuti, la dice lunga. Perciò benvenuti al Festival centrista, dove sono più gli abiti che le canzoni a fare sensazione e ne abbiamo visti di davvero preoccupanti e restiamo con l’interrogativo se un paio di guantini di pelle possano davvero alzare il nostro tasso di contemporaneità.

 

Imperiale però è stata la performance di Lorenzo Jovanotti - per strada, in teatro, sul palco, dappertutto, vestito come un uovo di Pasqua, ma rinnovato fattore insostituibile della nostra musica, di ieri, oggi e domani. L’estate sarà sua e l’omaggio a Franco Bolelli è stato un momento indie inatteso.

   

Per il resto promuoviamo Giorgia, Willie Peyote con quel pezzo alla D’Angiò, la Rose Villain che fa un po di vogueing, i competenti Shablo e crew e il giovane Olly. Tony lo sosteniamo per partito preso, ma il suo califanesimo viaggia ormai su livelli preoccupanti e comunque è sempre il più sexy di tutti, mentre grazioso è Lucio Corsi, anche se l’Ariston non è l’Hammersmith Odeon, il suo chitarrista non è Mick Ronson, però Alberto Camerini si sarà sentito chiamato in causa.

   

Gli altri no, tanti anonimi, alcuni imbarazzanti (Serena Brancale, per dire, che manco al villaggio turistico e Fedez, sommerso nei suoi psicodrammi tradotti in musicaccia, che anche basta, ed è una supplica). Alto il tasso di buonismo appiccicoso, tra abbracci, appelli all’amicizia, commozioni per molto meno e tanta mamma, che risolve sempre i discorsi, o perfino il repertorio, come nell’esibizione di Simone Cristicchi, che immaginiamo le gestualità che avrà provocato nei salottini d’Italia.

   

Tecnicamente proliferano le sequenze guida e le doppie voci di sicurezza, ovvero l’ipocrisia del live versione XXI secolo (ricordate le antiche polemiche sul playback?). Ah, Noa E Mira hanno notevolmente performato su “Imagine” in versione al margine del conflitto, perché Lennon certe volte scavalca perfino la retorica. Poi però ci vuole poco a tornare coi piedi per terra.

    

La classifica di Sanremo 2025 dopo la prima serata:

1. Brunori Sas - "L'albero delle noci"

2. Giorgia - "La cura per me"

3. Lucio Corsi - "Volevo essere un duro"

4. Simone Cristicchi - "Quando sarai piccola"

5. Achille Lauro - "Incoscienti giovani"

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