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(foto d'archivio Ansa)
"La musica è finita"
L'ultimo giorno di Sanremo è un anticipo di cosa sarà Sanremo da domani: deserta
Tra qualche ora in città, dopo che il circo della Rai avrà smobilitato il suo imponente apparato tecnico-televisivo-militare, rimarranno solo i piccioni. Il rito nostalgico di Domenica In
Sanremo, dal nostro inviato. “La musica è finita / Gli amici se ne vanno / Che inutile serata”. Il giorno della finale di Sanremo è quello in cui si percepisce esattamente come sarà già da domenica questo paesone della riviera ligure, cioè tra qualche ora. Deserto. Non c’è infatti negozio su via Matteotti, la strada di rappresentanza che collega i punti cardinali di Sanremo, ovvero l’elegante facciata del decaduto Casinò con il piccolo ma assai celebrato teatro Ariston, che non abbia invaso il camminamento stradale con la sua merce. In svendita. A tratti non è più la Liguria, è il meridione d’Italia o un suk arabo. Fate voi. Scarpe dozzinali, abiti in vera finta pelle, utensili da cucina made in China, souvenir in plastica. “Prendi due paghi uno”. “Fuori tutto”. “Sconti al 60 per cento”. Ed è una frenesia, una corsa contro il tempo che scorre con le sue inesorabili lancette, tic toc, tic toc, tic toc. Tra qualche ora qua non ci sarà più nessuno.
E allora bisogna vendere, vendere, vendere, e di corsa anche. Perché la prossima occasione in cui via Matteotti non sarà deserta, la prima occasione di fare del commercio in questa strada che corrisponde all’incirca a via del Corso a Roma o a San Babila a Milano, ebbene quel giorno fatidico è tra più di quattro mesi. Durante l’estate. Quando infatti il circo della Rai avrà smobilitato con il suo imponente apparato tecnico-televisivo-militare, quando i camion e i videoschermi delle radio avranno ripreso la via di casa, quando anche gli sponsor, le grandi, piccole e medie aziende che pagano fior di quattrini per occupare il suolo pubblico o per affittare improvvisati negozi lungo le strade di Sanremo avranno smontato gli stand colorati che in ogni angolo distribuiscono creme spalmabili sul viso o sul pane, a quel punto, resteranno soltanto i piccioni in piazza colombo. Niente più torme di bagonghi venuti da ogni parte d’Italia per spararsi un selfie con Fedez o Elodie (che però puntualmente non si vedono in giro), niente più sguardi vuoti di gente disposta, tra una fotografia mancata e un urletto dedicato a un trapper sconosciuto probabilmente ai suoi stessi genitori, a comprare a caro prezzo panini di gomma con mozzarella di ovatta e olive che camminano.
Sanremo domani tornerà alla sua dimensione naturale. E l’ultima attrattiva, l’ultimo raggio catodico proiettato sulla città, sarà la presenza, al teatro Ariston, di “Domenica In”. Un programma che da anni, quando arriva a Sanremo, incarna perfettamente lo spirito di questi giorni tristi, solitari e finali. Sul palco dell’Ariston si continua a parlare del Festival. Con lo stesso rapporto però che hanno le formiche quando vanno a mangiare le poche briciole rimaste sulla tovaglia dopo che i commensali sono andati a letto. Buonanotte Sanremo. “La musica è finita / gli amici se ne vanno”.
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