Il nuovo album

Stefano Mainetti e il suo Along Time: un viaggio musicale che attraversa il tempo

Giuseppe Fantasia

Il compositore e direttore d’orchestra presenta il suo nuovo album, che unisce la passione per la musica da camera alla forza di un legame artistico trentennale con Luca Pincini e Gilda Buttà. Un'opera che ripercorre esperienze personali e professionali, dalle colonne sonore a melodie intime

“La buona musica può aiutarci”, disse al Foglio anni fa il compositore e direttore d’orchestra di fama internazionale Stefano Mainetti. “È un nostro elemento caratterizzante, è una forma di comunicazione straordinaria che ha lo stesso valore della letteratura. In questo momento in particolare, poi, può unirci, perché può essere una carezza per l’anima”. “Sono frasi che valgono ancora oggi, perché Covid a parte, poco è cambiato”, aggiunge quando lo incontriamo ai Forum Studios, tempio del suono nel cuore dei Parioli, alla presentazione del suo nuovo album intitolato Along Time, Chamber music for cello and piano after music soundtracks (2013-2021), uscito per Edmondo Filippini e la sua etichetta discografica indipendente di musica classica (Da Vinci Classics). All’epoca eravamo in piena pandemia, era tutto chiuso, ma per lui – e per tanti come lui – la via d’uscita speciale è stata (ed è) proprio la musica. Ascoltata, studiata (da buon allievo di Giorgio Caproni, uno dei maggiori poeti italiani del ‘900), composta, persino insegnata, visto che per anni è stato docente di Composizione Applicata al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, senza mai dimenticare il suo grande impegno nel direttivo dell’Associazione Compositori Musica per Film (ACMF) di cui è tra i fondatori.

Gli “ingredienti” che ci dà questa volta sono: un compositore (cioè lui), due interpreti a dir poco straordinari – Luca Pincini al violoncello e Gilda Buttà al piano – e un album che, come dice lo stesso titolo in inglese, “attraversa il tempo”. “Along time è un progetto a cui tengo molto” – tiene a precisare - perché è il frutto della lunghissima frequentazione umana e artistica che mi lega a due musicisti che nel tempo hanno ampliato le mie conoscenze musicali. Tra noi c’è una sinergia speciale, un amore artistico reciproco che dura da trent’anni: scrivo musica per violoncello, ma in realtà lo faccio per Luca; scrivo musica per piano, ma in realtà lo sto facendo per Gilda. Tre anime la cui sensibilità artistica e umana si è intrecciata nel corso del tempo e ha resistito al suo trascorrere”. Il risultato è un sentiero più che piacevole che ripercorre le esperienze, la sua vita privata e professionale e quell’arte sublime e invisibile che proprio la musica sa dare. Tra i quattordici brani presenti nell’album, troverete Frida Kahlo, del 2016, scritto da Mainetti per una pièce teatrale in cui Alessia Navarro interpretava la grande pittrice messicana, una colonna sonora che ne riprende lo spirito, la passione e la grande sofferenza dell’artista.

C’è poi The Testament (2007) di The World of Promise, audiodramma statunitense della Bibbia con le voci di quattro Premi Oscar, parte della colonna sonora della serie televisiva di Rai Uno Orgoglio, che gli è valso il Premio CineMusic del Ravello Festival. Dal musical Follia c’è un brano omonimo del 2018, ma anche Il settimo sogno e Kiki de Montparnasse, entrambi dello stesso anno, ma quello a cui è più legato Mainetti – che presto terrà un corso all’università di Roma Tre sul rapporto tra la musica e l’Intelligenza Artificiale - è Tango per Maria (2004), scritto quando è nata sua figlia, “una creatura che amo così profondamente”, “una melodia dolce e intensa che racchiude il cuore e l’anima di un padre che, in ogni nota, racconta l’incredibile legame con lei, “un amore puro e incondizionato” che ritorna non certo a caso anche in questa antologia che è un omaggio al mondo onirico e melodico che le nuove forme musicali non devono farci dimenticare”. Del resto, il passato che non muore è quello che si reinventa con la contemporaneità.