CENERENTOLA E GLI 007 NANI

Mariarosa Mancuso

    Favole distorte, un'altra volta. Ma cosa potranno ancora inventare, dopo che una fiabesca principessa (Amy Adams in “Come d'incanto”) viene mandata per punizione a Manhattan? E dopo che la bella – sbucata da un tombino senza mai smettere di cantare - si è cucita un vestito con le tende del salotto e ha incontrato un Principe Azzurro, con gran scorno di chi la voleva morta o perlomeno zitella? Una volta le attrici, dopo una certa età, finivano nei film dell'orrore, sulla scia di Bette Davis e Joan Crawford in “Piano piano… dolce Carlotta”. Ora fanno a gara per conquistarsi una parte da cattivona: in “Stardust” c'era Michelle Pfeiffer, in “Come d'incanto” c'era Susan Sarandon, in “Cenerentola e gli 007 nani” arriva Sigourney Weaver, che nella versione originale presta la voce alla Perfida Matrigna. Nella prima scena, la vediamo affacciata al balcone del castello, mentre chiama a raccolta i cattivi, con musica a tutto volume (e voce che gracchia dall'altoparlante: “chi ha parcheggiato in terza fila una carrozza con targhe di Narnia è pregato di spostarla”). Passo indietro per capire che la cattivona ha preso possesso della torre di controllo. Lì un mago si accerta, pesando sul bilancino il male e il bene, che le favole procedano “by the book”, rispettando il lieto fine. Verifica che Biancaneve sia addormentata, che il fagiolo magico salga fino al cielo, che Raperonzolo sciolga la treccia, che la fata madrina non si scordi i nomi, e si rivolga a Cinderella chiamandola “mozzarella” (in italiano riesce meno bene, come riesce meno bene la battuta che gioca sull'invidia del pene e l'invidia del principe). Salita al posto di comando, la Matrigna decide qualche modifica: trova il lieto fine di una noia mortale, e vuol dare alle bruttone sue figlie la possibilità matrimoniale sfumata perché il loro piedone non entra nella scarpetta. L'aiuta un turpe individuo con bambino rapito, che funge da patente di cattiveria. Per chi ha visto le tre puntate di “Shrek”, le sorprese sono scarse. L'animazione tedesca oscilla tra il déjà vu e qualche spunto originale lasciato cadere, con citazioni e battute che invece di far scontrare l'alto e il basso, divertendo i bambini e anche gli adulti, si fermano ad altezza di adolescente. Il Principe Azzurro sciocco e vanesio, con ciuffo fonato, deve vedersela con lo sguattero bello e intelligente, che usa i nani come arma letale.