IL MATRIMONIO E' UN AFFARE DI FAMIGLIA

Mariarosa Mancuso

    I consigli di papà sono appena più presentabili delle lezioni di vita che Homer Simpson impartisce al figlio Bart (ridotti all'osso: “Mi raccomando, coprimi”, “Mitico, capo”, “Era già così quando sono arrivato”, a cui va aggiunto lo slogan elettorale “Non può farlo qualcun altro?”, e l'utile messa in guardia “Provarci è il primo passo verso il fallimento”). Lo sono perché in questo film il genitore, tacendo sull'oltraggiosa tintura dei capelli, non lavora alla centrale nucleare ma come guardia notturna in un supermercato. Intanto stampa CD a sue spese, perché non si rassegna all'insuccesso e al circuito delle sale bingo (è stato primo in classifica 25 anni prima, per tre settimane, ancora non si rassegna al fatto che lo applaudono solo i pensionati). Prima regola: “le donne vogliono avere sempre ragione”. Seconda regola: “nessun problema è così grave che non si possa risolvere chiedendo scusa”, accompagnata però dalla necessaria postilla “anche se non sai esattamente per cosa devi chiedere scusa”. Il figlio Tim vive con la madre, cuoca di giorno e cabarettista di notte: ha lasciato l'Inghilterra e la carriera per seguire il marito in Australia, si è sacrificata, ora è sull'orlo di una crisi di nervi per il fidanzamento del secondogenito con una biondina carina, che lei si ostina a chiamare con il nome della precedente morosa. Il primogenito, lievemente ritardato e simpaticissimo, ha anche lui la sua prediletta, ma mamma si preoccupa meno. L'attrice è Brenda Blethyn, unica britannica e unico nome noto di un cast tutto australiano. Ancora abbiamo in mente la sua faccia quando, in “Segreti e bugie” di Mike Leigh, incontra dopo tanti anni la figlia che aveva dato in adozione, e scopre che è nera. Più di recente, l'abbiamo vista in “Orgoglio e pregiudizio” di Joe Wright, nella parte di Mrs Bennett, cacciatrice di mariti per le sue figliole. In questo ruolo – numeri comici e musicali a parte - somiglia di più alla vedova coltivatrice di cannabis nel film “L'erba di Grace”. La regista Cherie Nowlan lavora benissimo con gli adolescenti. Le scene di sesso tra Tim e la biondina Jill sono molto realistiche nella loro goffaggine: lui molto imbranato, lei piuttosto decisa, ogni contrattempo offre l'occasione per lasciare le cose a metà. Il telefono, la mamma, la compagna di appartamento si mettono di mezzo, e appena lui si interrompe lei è convinta sia per colpa delle sue minuscole tette.