L'ALTRA DONNA DEL RE

Mariarosa Mancuso

    Beato il paese che non ha bisogno di maestrini. Sui nostri giornali è appena cominciato lo scandalizzato coretto “Ma guarda un po' questi Tudor che parlano di sesso come le ragazze di ‘Sex and the City', e guarda quel poveretto di Enrico VIII, manovrato dalle femmine come un burattino”. Sul Times una molto signorile Antonia Fraser – che firma la biografia di Maria Antonietta da cui Sofia Coppola ha tratto il suo splendido film, con gli amaretti rosa intonati al fucsia delle pantofoline Manolo Blahnik - spiega che i libri di storia sono una cosa, che il cinema sta da un'altra parte nella galassia narrativa, che l'invenzione fa parte del mansionario di chi progetta un romanzo storico (chi non ce l'ha, scriva manuali per il liceo). Se Philippa Gregory ha scritto “The Other Boleyn Girl”, è perché della sorella di Anna Bolena sappiamo pochissimo, oltre al fatto che si chiamava Mary. Se la storia ha avuto successo sulla tv britannica, e cinque anni dopo diventa un film con uno smagliante cast hollywoodiano, vuol dire che l'idea era buona. Basta non attribuire al cinema i compiti che toccano alla scuola. Come tutti i film storici, e a maggior ragione quelli che partono da un dettaglio vero per lavorare di fantasia, “L'altra donna del re” diverte di più se sappiamo come le cose sono andate davvero. Justin Chadwick – assieme allo sceneggiatore Peter Morgan, che aveva cesellato i botta e risposta tra la regina Elisabetta e Tony Blair in “The Queen” con Helen Mirren – sparge a piene mani le spezie che insaporiscono queste storie: l'anacronismo e il senno di poi. Anna-Natalie Portman viene buttata tra le braccia di Enrico VIII – broccati, gioielli, pellicce e apertura alare copiati dal ritratto di Hans Holbein, con la faccia più giovane e tenera di Eric Bana – da una famiglia che fa tesoro delle figlie femmine. Indipendente, brava cavallerizza, viene presa in antipatia dal sovrano che preferisce farsi curare le ferite dalla sorella Mary, Scarlett Johansson. Tra una spugnatura e un bendaggio, la già coniugata Mary resta incinta (sarà femmina, Elisabetta, e regnerà più di quanto un erede maschio avrebbe sperato). Anna giura vendetta. Quando si ripresenta a corte, dopo aver imparato la seduzione alla corte di Francia, pretende il matrimonio, provocando lo scisma anglicano. Finisce malissimo.