L'INCREDIBILE HULK

Mariarosa Mancuso

    Nell'inesauribile pozzo dei supereroi Marvel, l'Incredibile Hulk resterebbe anche se – Dio e il marketing non vogliano – arrivasse il filosofo Occam munito di rasoio, per tagliare le creature non necessarie. Pensate ai doppioni in una raccolta di figurine: di quanta gente investita da strani raggi, con conseguenti capacità sovrumane, abbiamo bisogno per salvare il mondo? Hilk rimanne ben saldo, essendo l'unico supereroe che da trasformato ha un carattere peggiore che al naturale, e tende a sbrigare le faccende sue, invece di salvare bambini e aerei in pericolo. Cerca un antidoto ai raggi gamma che gli hanno avvelenato il sangue, e lo trasformano in una furia disumana quando viene contraddetto. “Non ti piacerà vedermi arrabbiato”, avverte con l'ultima gentilezza che gli rimane in corpo. Qui, per un nascondimento nelle favelas di Rio De Janeiro, malamente tradotta con un dizionarietto da turista, diventa: “Non ti piacerà vedermi affamato”. Prima libertà che il regista francese Louis Leterrier (“Danny The Dog” con Bob Hoskins, colonna sonora dei Massive Attack) si prende con il personaggio, già portato sullo schermo da Ang Lee: il supereroe gli era riuscito peggio dei cow boy innamorati. La seconda riguarda la causa scatenante degli attacchi. Nella nostra ingenuità di piccoli spettatori della serie tv con Lou Ferrigno (qui l'attore fa una particina di cortesia, ottenendo una pizza come ricompensa), eravamo convinti che fosse la rabbia a far partire le crisi. Scopriamo che è l'adrenalina, anzi la frequenza del battito cardiaco, quindi diventano pericolose le corsette nei boschi e i baci alle ragazze. Risolta invece la questione vestimentaria: nella serie tv a Hulk cresceva il quadricipite, ma i calzoni per pudore si sfrangiavano all'altezza del ginocchio. Ora i calzoni della tuta, misura XXXL e con l'elastico in vita, risolvono il problema. Fanno da modello “Dr Jeckyll e Mr Hyde” di Stevenson (per la mano scimmiesca, come quella che il dottore scorge sul candido cuscino vittoriano) e “La bella e la bestia” con King Kong nella parte della Bestia, per i lampi e i flash che spaventano la creatura. Il cattivo è all'altezza (anche se Edward Norton voleva più pensieri e meno videogioco, quindi fa il muso). New York di nuovo in rovine: nessun regista, dal Matt Reeves di “Cloverfield” a Shyamalan, resiste alla tentazione di rifare a modo suo l'11 settembre.