LE MORTI DI IAN STONE

Mariarosa Mancuso

    Potrebbe intitolarsi “Le mille e una morte”, come il racconto di Jack London: un poveretto che nuota controcorrente nell'acqua gelida, mezzo morto di fatica e in preda ai crampi, viene ripescato e rianimato dai marinai di una nave. Verrà ucciso svariate altre volte, con un armamentario di veleni, scariche elettriche, asfissia semplice e con gas, droghe (la morte migliore, garantisce il giovanotto, che ha riconosciuto suo padre nello scienziato pazzo e torturatore). Il giocatore di hockey Ian Stone muore per la prima volta mentre rientrando a casa compie un'opera misericordiosa: peccato che la cosa scambiata per un cadavere non sia tale, e un treno stia arrivando a gran velocità. Si risveglia decisamente vivo, per rimorire un'altra volta, e poi altre ancora, in maniere piuttosto fantasiose (chi ha visto la serie “Final Destination”, con la morte che usa gli attrezzi di cucina, pavimenti bagnati e padelle in fiamme sul fornello, può farsi un'idea). Quando riprende conoscenza, vede intorno a sé qualche faccia nota, in ruoli però diversi dal solito, come spesso accade nei film che pasticciano tra sonno e veglia (l'ultimo che ricordiamo è “Stay – Nel labirinto della mente”, di Marc Foster con Ewan McGregor psicoanalista: le sue scarpe senza calzini dovrebbero indicare allo spettatore chi è il matto). La fidanzata diventa un'infermiera, poi una segretaria, attorno a lui la gente comincia a sussurrare. Per non parlare di certi mostri, detti Mietitori, che campano nutrendosi della paura altrui. Gli effetti speciali escono dalla bottega di Stan Winston, morto lo scorso 15 giugno mentre stava lavorando a “Terminator Salvation” - il quarto della serie, previsto per il 2009 - e coproduttore del film. Si capisce che non sono fatti dal titolare, ma la scuola è ottima: a Winston dobbiamo “Edward mani di forbice”, “Predator”, “Batman Returns” e “Jurassic Park”. Il regista Dario Piana aveva girato 19 anni fa “Sotto il vestito niente 2”, poi più nulla. Nella desolazione degli horror estivi, questo macabro “Giorno della marmotta” almeno non sembra confezionato in serie. Poi collassa sotto il peso delle spiegazioni. Imparare la lezione da “The Strangers”, horror di Bryan Bertino con Liv Tyler (9 milioni di dollari spesi, 53 incassati). “Perché a noi?”, si lagnano le vittime. “Perché voi eravate in casa”, rispondono i torturatori mascherati.