CAOS CALMO

Mariarosa Mancuso

    Le intenzioni erano senza dubbio lodevoli, ne siamo sicuri. Adeguate a una scena di sesso necessaria nonché artistica, garantita da Sandro Veronesi, vincitore con “Caos calmo” di un premio Strega (e senza le piccinerie polemiche che hanno accompagnato l'anno scorso la vittoria di Niccolò Ammaniti). Ma poiché al cinema vale quel che vediamo sullo schermo, la scopata tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari – diciamo “scopata” in omaggio a Raffaele La Capria, che suggeriva uno studio su “La scopata nella letteratura italiana contemporanea”, da lui avviato con la lettura di Alberto Moravia – ricorda un video porno girato in casa, quando i mezzi tecnici diedero il via al pecoreccio autarchico. Saranno le autoreggenti, sarà la biancheria nera, saranno le collane, sarà Nanni Moretti senza i boxer, da guardarsi – scrive Lee Marshall su “Screen International”, interpretando il pensiero di molti spettatori – “come se avessimo sorpreso i nostri genitori mentre lo fanno” (vedere il manualetto “Freud for Dummies”, alla voce “scena primaria”). Pagato il pegno ai chiacchieratissimi minuti, da giornalisti interessati a tutto meno che al cinema - nonché ignari del fatto che”Caos calmo” rappresenterà l'Italia alla Berlinale, tenendo alto il nome di Nanni Moretti nel mondo; nonché sordi alla storia di un lutto elaborato stando in panchina davanti alla scuola della figlia; nonché disinteressati alla rinascita del cinema italiano d'autore, così impara il Wall Street Journal a non metterci nella lista dei magnifici dieci – diremo che il difetto sta nel protagonista, Pietro Paladini. Altero e saputo, reso ancora più rigido dalla vedovanza, risulta simpatico soltanto quando si nannimorettizza. Spiegando al proprietario del baretto dove ogni giorno va a mangiare che in un certo piatto di pasta non bisogna aggiungere il pecorino. Non tutto va con tutto, troppi ingredienti possono fare a pugni, “solo gli insicuri si preoccupano e mettono troppa roba dentro” (vedere il manualetto “Nanni Moretti for Dummies” alla voce “certi gusti di gelato non si combinano con altri, non li ho mai assaggiati ma lo so”). Nannimorettizzata anche la scena con il telefonino regalato alla figlia dallo zio Alessandro Gassman, lucido di brillantina perché disegna jeans, è ricco, e frequenta altri ricchi, gente che neanche ringrazia quando viene salvata da sicuro annegamento.