BURN AFTER READING – A PROVA DI SPIA

Mariarosa Mancuso

    George “Nespresso” Clooney ha parlato di “trilogia dell'idiota”. Alludeva a “Fratello dove sei?” (vagheggino con la retina in testa), a “Prima ti sposo poi ti rovino” (avvocato da far interdire all'istante, per quanto facilmente cade nella trappola tesa da Catherine Zeta-Jones), al suo ruolo di sceriffo federale che costruisce giocattoli erotici nello scantinato di casa (in questo film, l'ultimo dei Coen dopo “Non è un paese per vecchi”, dal romanzo di Cormac McCarthy). Idiota forse è una parola grossa: la figura ha una sua dignità letteraria e cinematografica, da Fedor Dostoevskij fino a Chance il giardiniere (con la faccia di Peter Sellers); da John Kennedy Toole (con il suo Ignatius Really) a William Faulkner di “L'urlo e il furore”, da Bouvard e Pécuchet a Stanlio e Ollio, dalle “Vite brevi di idioti” scritte da Ermanno Cavazzoni a “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon. L'idiota è una figura centrale della modernità, sostiene Jean-Yves Jouannais, ex capo redattore di Art Press, in un volume intitolato “L'idiotie”. Per la postmodernità, il cretino basta e avanza. La categoria viene esattamente definita dall'economista Carlo Cipolla in “Le tre leggi fondamentali della stupidità”: lo stupido, o il cretino, procura al prossimo suo un sacco di danni, senza peraltro ricavarne nessun vantaggio. Esattamente quel che succede in “A prova di spia”. Il film arriva nei cinema preceduto da un trailer autolesionista: lo spettatore entra in sala sapendo già che in palestra sono stati smarriti segreti di interesse nazionale, e che due improvvisati ricattatori hanno telefonato per chiedere il riscatto. Sullo schermo, vede John Malkovich non ancora licenziato dalla CIA. La strana coppia è formata da Brad Pitt – con tuta da ginnastica, capelli a spazzola bicolori, iPod saldato alle orecchie – e da Frances McDormand, in cerca di un prestito per rifarsi pancia e chiappe (per questo i recensori, scattati sull'attenti come un sol uomo, hanno parlato di critica all'american way of life e a questo mondo crudele che bada solo all'apparenza; tornati a casa con la coscienza tranquilla sono pronti per intervistare di nuovo Monica Bellucci trattandola come Eleonora Duse reincarnata). Ritmo da farsa, meccanismo meno perfetto di quel che il genere richiederebbe, George Clooney afflitto da molte intolleranze alimentari.