SFIDA SENZA REGOLE

Mariarosa Mancuso

    Il problema del pensionamento – neanche tanto anticipato, Robert De Niro ha compiuto 65 anni e Al Pacino ne ha 68 – si era posto qualche mese fa. Quando annunciarono che “What Just Happened”, il film di Barry Levinson tratto dal memoir del produttore Art Linson, avrebbe chiuso il Festival di Cannes. Difficile rifiutare un titolo con Robert De Niro protagonista (ancora di più quando racconta l'industria del cinema paragonandola a una gabbia di matti). Il Los Angeles Times si prese allora la briga di elencare le numerose prestazioni alimentari dei due attori, che da qualche anno non rifiutano un ruolo, anche se sul copione alla voce “abito di scena” sta scritto “guêpière” (se pensate sia uno scherzo, vuol dire che non avete visto “Stardust”, e neppure Al Pacino in “Gigli-Amore Estremo”, mentre fa da spalla a Jennifer Lopez e Ben Affleck). Ora dividono un film tutto per loro, un primo piano ciascuno come le dive: nelle lunghe rispettive carriere non si erano mai incontrati (se non nel “Padrino 2”, ma a scene alterne, e in “Heat-La sfida” di Michael Mann, ma solo per sei minuti, tra i più sopravvalutati nella storia del cinema). Qui sono due poliziotti stagionati, alle prese con lo strano caso del serial killer che ammazza soltanto criminali (molto meglio sfruttata nel serial “Dexter”, tratto dal romanzo “La mano sinistra di Dio” di Jeff Lindsay). Chi sia il criminale, lo sappiamo dall'inizio, con sprezzo del pericolo da parte dello sceneggiatore Russel Gewirtz (aveva scritto “Inside Man” per Spike Lee: il rapinatore Clive Owen che racconta la storia mentre è ancora nel caveau della banca) e del regista Jon Avnet, che aveva già malamente diretto Al Pacino nel thriller “88 minuti”. Lasciati a loro stessi, i due mostri sacri non si fanno mancare nulla: eseguono il catalogo dei vezzi e delle gigionerie da cima a fondo (coadiuvati dai rispettivi doppiatori italiani, che – come viene continuamente ripetuto – sono i migliori del mondo, quindi hanno il diritto sindacale di far sentire anche i loro, di vezzi). Stancamente, di scena già vista in scena già vista – l'esperienza, l'indagine, la malinconia per il pensionamento, la conoscenza mista a fastidio tra due che hanno lavorato fianco a fianco per anni – si arriva alla conclusione. Materiale di studio per le scuole di cinema, alla lezione “come non si dirigono gli attori”.