PRIDE AND GLORY – IL PREZZO DELL'ONORE

Mariarosa Mancuso

    Il problema di ogni scrittore – più in generale, di chiunque voglia raccontare una storia – sta nel tenere la fine lontana dall'inizio. Lo sostiene David Mamet, che in materia di copioni sa il fatto suo. Nelle altre pagine del libro (“Bambi contro Godzilla”, da Minimum fax) aggiunge utili consigli perché il materiale di riempimento sia prodotto a regola d'arte: non noioso, non scontato, non accatastato. Nel tentativo di tenere il finale lontano dall'inizio, gli sceneggiatori di “Pride and Glory” (assieme al regista Gavin O'Connor, Joe Carnahan, mentre il fratello Greg O'Connor e Robert Hoper sono accreditati per il soggetto) forse hanno un po' esagerato, senza badare all'originalità. Film sui poliziotti corrotti ne abbiamo visti tanti (non tutti sono integerrimi come Russell Crowe, che in “American Gangster” ha la parte del poliziotto ebreo Richie Robert: trova una montagna di dollari in biglietti di grosso taglio, invece di intascarli li porta al capo del NYPD guadagnandosi per sempre il disprezzo dei colleghi). Abbiamo visto tanti film sulle famiglie irlandesi dove tutti i maschi lavorano in polizia e si ritrovano a Natale per lo scambio dei regali sotto l'albero, salvo dover subito uscire per una chiamata urgente. E tanti film dove i poliziotti si sono appena separati malamente dalla consorte, trasferendo armi e bagagli nella boat house. E tanti film dove c'è una moglie moribonda che getta un'ultima occhiata sui bambini che dormono tranquilli. E tanti film dove l'agente corrotto viene minacciato dal corruttore mentre la moglie osserva dalla cucina scostando le tendine (nessuno, però, dove si minaccia di sfigurare un neonato con un ferro da stiro, o si usa una palla da biliardo come arma contundente). La sceneggiatura circolava prima dell'11 settembre, poi messa da parte perché sembrava indecoroso mostrare la polizia mentre prende mazzette (“abbiamo venduto il distintivo al miglior offerente”) e lascia quattro cadaveri sul terreno. Nel frattempo, abbiamo visto “I padroni della notte” di James Gray, con una storia molto simile. Ma il film, partito in maniera non originalissima, trova la sua strada. Edward Norton e Colin Farell sono molto bravi, Jon Voight (padre di Angelina Jolie, guardategli le labbra) ha sempre il suo fascino, le scene d'azione funzionano, viene una gran voglia di sapere come va a finire.