MAX PAYNE

Mariarosa Mancuso

    Da un videogioco, una storia già sentita centinaia di volte. L'agente Max Payne (in servizio alla polizia di New York) dopo aver visto morire la moglie e la figlia giura vendetta. Mentre comincia le indagini, e cerca di superare il senso di colpa (marca “ho trovato tanti assassini ma non quello che più vorrei vedere in carcere”), viene coinvolto in una trama dove ha il ruolo di primo sospettato, come sempre capita a chi si trova sempre troppo vicino ai cadaveri. Per arredare il resto della trama arrivano due russe con pesante accento (una è Olga Kurylenko, la Bond girl che cammina in abito da sera a piedi nudi nel deserto), una pericolosa droga chiamata Walkyria, un demone alato, un mondo che solo pochi fortunati vedono (non li invidiamo), tanti effetti speciali e un uso selvaggio del bullet time, la tecnica di slow slow slow slow motion che ferma i proiettili in volo, introdotta da “Matrix” e qui perfezionata dal regista. Francamente, non capiamo l'accanimento: una volta le pistole sparavano e la gente moriva, senza bisogno di ripetere l'effetto “Hollywood party” (dalla scena in cui il trombettiere indiano Peter Sellers, invece di beccarsi la fucilata e crepare all'istante, mette su uno spettacolino di smorfie e agonia). Non si capisce neanche in base a quali criteri, oggi escano in sala un'altra decina di pellicole, oltre a “Max Payne” e ai titoli che trovano posto in questa pagina. Troppe anche soltanto per ricordarne i titoli: “Cara, sabato sera andiamo a vedere “Rumore bianco” o “Mala tempora”? “Le cose in te nascoste” o “Mario il Mago”?). L'affollamento si ripeterà la prossima settimana, con un'altra dozzina di proposte, prima che il Natale le spazzi via. Trattasi, è chiaro, di uscite tecniche, utili a far uscire il dvd senza la sinistra scritta “inedito”, e a mercanteggiare prezzi più alti per i passaggi tv (nessuno vuol vedere un film mai uscito nelle sale, e francamente non gli possiamo dare torto). Tra i titoli un po' meno ignoti, troviamo “Strafumati”, pietra tombale sulla carriera (e la redditività) italiana di Judd Apatow e della sua banda. Uscito negli Stati Uniti con il titolo “Pineapple Express” (una varietà di fumo particolarmente apprezzata) e il faccione stonato di Seth Roger sul manifesto, fu uno dei film dell'estate. Punto interrogativo, per mancata visione, su “Ti stramo”, sfottò di Moccia e Scamarcio diretta da Pino Insegno. Si possono parodiare film già ridicoli di loro?