MATRIMONIO ALL'INGLESE

Mariarosa Mancuso

    Nel 1927 Alfred Hitchcock girò una sua versione di questa commedia di Noël Coward, titolo originale "Easy Virtue": i facili costumi dell'americana che sposa il britannico (tali appaiono alla snobbissima quanto decaduta famiglia di lui). Non era ancora il regista che conosciamo e apprezziamo oggi, già si divertiva a far di testa sua. Per esempio, mettendo in scena una domanda di matrimonio dove non si vedono i fidanzati né l'anello: sappiamo tutto dalle reazioni della centralinista. Neppure Noël Coward era ancora quello che conosciamo e apprezziamo oggi. Mancavano cinque anni a "Design for Living", allegro ménage à trois che farà di lui il più pagato commediografo d'Inghilterra, sulle 50.000 sterline annue (Ernst Lubitsch ne ricaverà "Partita a quattro"). Neppure il cinema somigliava a quello di oggi: il vecchio "Easy Virtue" era muto, con qualche didascalia ogni tanto (la scena della centralinista non serviva solo a risparmiare sulle scenografie ma anche sulle parole). Ancora per pochissimo: "Il cantante di jazz" – con la sua meravigliosa battuta iniziale: "Aspettate un momento, aspettate un momento, non avete ancora sentito niente…" –  fu proiettato il 6 ottobre 1927 a New York. In Inghilterra non si preoccuparono del progresso tecnico (neppure negli Stati Uniti, per dire la verità, i più pensarono che fosse una bizzarria, come oggi le proiezioni in 3D). Sistemati gli antenati, "Matrimonio all'inglese", non ha praticamente nulla in comune con il vecchio film di Hitchcock e abbastanza poco anche con la commedia di Noël Coward. Il regista australiano di "Priscilla regina del deserto" ha rimaneggiato parecchie gag, lavorandoci con Sheridan Robbins mentre cercava di riprendersi dai postumi di un grave incidente sugli sci:  la voglia di divertirsi traspare da ogni scena. Larita, la sposa americana (e per di più già vedova) è la bravissima Jessica Biel, speriamo non troppo rovinata dal doppiaggio: avevamo fatto voto di non ripeterlo più, ma da un po' cominciamo a ricevere proteste per la risata di Poppy in "La felicità porta fortuna", che in originale era simpatica e nella versione italiana fa fuggire gli spettatori. La suocera è Kristin Scott Thomas, "faccia di chiulo" in "Quattro matrimoni e un funerale". Il suocero è un magnifico Colin Firth, barba lunga e sciarpa al collo, da magione sempre gelida.