INKHEART – LA LEGGENDA DI CUORE D'INCHIOSTRO

Mariarosa Mancuso

    Le barriere tra realtà e finzione sono più sottili di quanto immaginiamo, un po' come un lago ghiacciato. Centinaia di persone possono attraversarlo. Ma una sera, in un certo punto, questo disgela, e qualcuno ci cade dentro. L'indomani mattina, la crosta di ghiaccio si è già riformata”. Rivendica la permeabilità tra vita e fiction, nel suo romanzo “Il caso Jane Eyre”, lo scrittore inglese Jasper Fforde. Sull'idea ha costruito una serie di storie (tutte tradotte da Marcos y Marcos), ambientate in un mondo parallelo dove la guerra di Crimea non è mai finita, si viaggia in dirigibile, i dodo non sono estinti, ed esistono, agli angoli delle strade, juke box che in cambio di una monetina spacciano sonetti di Shakespeare. I criminali preferiscono i manoscritti rari ai lingotti di Fort Knox, e i più audaci rapiscono personaggi dai romanzi a scopo di riscatto. Ne era convinto anche Woody Allen, in un racconto dove Madame Bovary abbandona il marito per far la provinciale a New York, e contemporaneamente un omino pelato si annoia a Rouen. Per un personaggio che esce dalle pagine e si concede una passeggiata, un umano finisce intrappolato nella trama anche nella trilogia per ragazzini di Cornelia Funke, scrittrice tedesca che ora vive a Los Angeles. I suoi “Inkheart”, “Inkspell” e “Inkdeath” sono tradotti in venti lingue, presenze quasi fisse nella classifica del New York Times, e godono dell'entusiasmo che la fantasy e l'avventura scatenano in un congruo numero di lettori (lasciando freddi tutti gli altri, che proprio non ne capiscono il fascino neanche quando glielo spiegano). Abbastanza per metter voglia a un regista di progettare un film, visti i recenti blockbuster con presenze magiche (gli insuccessi, come “La bussola d'oro”, si dimenticano subito). Mortimer Folchart detto Mo e la figlia dodicenne Meggie hanno il dono, molto confinante con la sciagura, di dare vita – leggendo ad alta voce – ai personaggi dei libri. Incautamente, hanno fatto scomparire la madre della ragazzina, intrappolata in una favola con castelli e fantasiose creature. Addolorati per la perdita, non hanno smesso di frequentare le librerie. Dove vengono minacciati da un giovanotto incappucciato che vorrebbe tanto smettere di vagare tra gli umani, e tornare al suo libro natio. Proseguono lo sciopero della voce, finché il cattivo Capricorn passa alle maniere brusche.