DAS WEISSE BAND (concorso)

Mariarosa Mancuso

    Tipi che dormono ai festival ne abbiamo visti tanti. Certi russano e bisogna dargli una gomitata per farli smettere (fingendo assestamento nella poltrona o ricerca del taccuino nella borsa). Certi pisolano così profondamente che gli squilla il cellulare, e in cinque sbottano sdegnati senza riuscire a svegliarlo. Mai avevamo fatto l'esperienza di qualcuno addormentato sugli scalini (la sala strapiena). Il poveretto cercava di sfuggire al film del regista austriaco, due ore e mezza che ne valgono il doppio. Bianco e nero rigoroso – il “rigoroso” dei critici equivale al “retrogusto” dei sommelier – per illustrare la vita di un villaggio tedesco alla vigilia della Prima guerra mondiale. Il nastro bianco del titolo allude all'innocenza, tra strani incidenti e cinghie nel letto per bloccare le mani peccaminose degli adolescenti. Sul messaggio siamo indecisi: suona “vizi privati e pubbliche virtù”, oppure “il signore delle mosche in bassa Baviera”, o magari “questi diventeranno tutti nazisti”. Tarantino aiutaci tu.