BABY MAMA

Mariarosa Mancuso

    Dialogo tra un recensore diligente e un distributore di film. “Potrei avere per favore un DVD di ‘Baby Mama', visto e considerato che a Milano non sono previste anteprime?”. “No, la politica aziendale non lo consente”. A nulla è servito ribattere che il film, uscito l'anno scorso, si trova in vendita su Amazon, quindi i pirati informatici hanno già avuto mesi per fare il loro sporco lavoro. A nulla è servito ribattere che siamo fan di Tina Fey, e aggiungere che al film, sbarcato nelle sale in una stagione morta, un po' di pubblicità poteva pure servire, se fossimo riusciti a vederlo in tempo utile. Poiché Amazon sa fare i propri affari meglio della UIP, abbiamo richiesto “Baby Mama” con spedizione urgente, mentre amici più ferrati di noi riferivano che era scaricabile sia in versione originale sia italiana (altri amici riferivano di avere pagato il biglietto per vedere non un film di nicchia, ma un blockbuster come “Transformers”, e di essersi ritrovati unici spettatori, calcolando la scomparsa delle sale come noi le conosciamo nel giro di due anni). Solo così siamo riusciti a vederlo, per la nostra delizia e quella dei pochi spettatori che riuscirà a racimolare nella estate calda. Tina Fey, simpatica e geniale come nella pluripremiata serie “30 Rock”, cerca una madre surrogata: a 37 anni, l'orologio biologico ticchetta sinistro come una bomba, le possibilità di restare incinta alla vecchia maniera sono una su un milione. I soldi non la spaventano, anche se i centomila dollari richiesti dall'agenzia di Sigourney Weaver le sembrano sporporzionati rispetto al tariffario di un killer (“per un bambino serve più tempo”, ribatte la teorica dell'outsourcing). Messo in chiaro che un neonato marroncino non sarebbe gradito, la scelta cade su una biondina di Philadelphia con tante brutte abitudini: fuma, beve, canta il karaoke sognando “American Idol”, appiccica il chewing gum sotto i tavolini, piscia nel lavandino quando la padrona di casa blocca l'asse del gabinetto con un dispositivo di sicurezza a prova di infante, caso mai il pargolo concepito con il siringone ci finisse dentro. La strana coppia si ritrova infatti a convivere, dopo che la madre surrogata lascia il fidanzato. In mancanza di Alec Baldwin (che fa coppia con Tina Fey in “30 Rock”), supplisce egregiamente Steve Martin, hippie con la coda di cavallo che dirige una ditta di prodotti biologici, e gira a piedi nudi tra i suoi manager incravattati.