TRANSFORMERS – LA VENDETTA DEL CADUTO

Mariarosa Mancuso

    Decisamente meglio del capitolo primo. Fatta salva, naturalmente, la fantasmagorica premessa. I robot buoni (Autobots) e i robot cattivi (Decepticon) continuano la loro guerra. Provenienti dallo spazio profondo, hanno scelto la terra come terreno per darsele di santa ragione, arruolando qualche umano come quinta colonna. In questo caso, lo studente Sam Witwicky (l'attore Shia La Boeuf, uscito pieno di saggezza da una famiglia sessantottina tutta nudità e LSD). In dote, ha una Camaro gialla di nome Bumblebee, che all'occasione si trasforma in un robot scodinzolante come un cagnetto: il problema è farlo stare tranquillo nel garage quando il padroncino viene minacciato. Altra cosa da sapere: gli alieni robot dalla parte del bene per antico patto si sono trasformati nei nostri elettrodomestici e macchinari. Quando entrano in azione, il tostapane comincia a prender le fattezze di un Gremlin di ferraglia e si comporta di conseguenza (gli animaletti da non nutrire dopo mezzanotte sanno imitare Rambo, facendosi una bandoliera con le graffette, e scalando i cassetti della scrivania). Siamo alla partenza per il college, rito di passaggio per ogni giovanotto americano. Mamma e papà per consolarsi hanno programmato una vacanza romantica a Parigi. La fidanzata Mikaela – Megan Fox che guadagna la vita come meccanico – aspetta davanti alla chat. Quando il gioco si fa duro, interviene con una trappola cattura-alieni. Primo applauso: quando il robot cattivo che la guarda e dice “sei gnocca ma non tanto intelligente”, si ritrova con una zampetta meccanica maciullata e un occhio rifinito con la fiamma ossidrica (poi l'impavida cercherà di addomesticarlo, e lui di cambiare squadra). Secondo applauso, quando entra in scena il complottista John Turturro, ex agente dell'intelligence contro le forze aliene. Guarda il mostriciattolo e commenta: ho speso una vita a cercare alieni e questa se ne porta in giro uno nella borsetta. Terzo applauso, per il gigantesco Decepticon arrugginito negli arti e nella memoria: si appoggia al bastone e mormora “sono in missione ma non ricordo più quale”. Quarto applauso: i due robot politicamente scorretti che sfottono lo studente latino americano.