CORALINE E LA PORTA MAGICA

Mariarosa Mancuso

    Dalle preghiere esaudite – spiacevoli perché causano molte più lacrime delle suppliche accolte – mettono in guardia Santa Teresa di Lisieux e Truman Capote. Quando due creature tanto diverse sono d'accordo su qualcosa, conviene fidarsi. “Coraline e la porta magica” vorrebbe spiegare il concetto ai ragazzini e alle ragazzine non ancora in età di leggere consigli come “non c'è come il pompino per rassodare le guance” (parola di massaggiatore, nonché voce narrante, delle “Preghiere esaudite” che stroncarono la carriera a Capote, reo di aver messo in piazza i segreti degli amici). L'undicenne Coraline – errore di stampa per Caroline, ma lo scrittore Neil Gaiman decise di non correggerlo, dopotutto la storia era per uso familiare – vive con due genitori distratti in una casa infestata da due ex attrici, un'acrobata russo, un coetaneo che gira travestito da alieno, un gatto magro e selvatico. Papà e mamma scrivono di giardinaggio e sono eternamente in ritardo con le consegne. Tali e quali a Neil Gaiman: cominciò la favola nera prendendo spunto da un suggerimento dalla figlia maggiore, solo imponendosi la ferrea disciplina di 500 parole al giorno riuscì a terminarla prima che la minore fosse in età di leggere Capote. Ne valeva la pena. Anche sulla carta, la storia di Coraline e della sua altra madre – una che cucina polli squisiti, apparecchia la tavola, gorgheggia quando la figlia chiama, ha sempre un'idea per occupare il pomeriggio – fa abbastanza paura, anche ai grandi. L'altra casa somiglia a quella vera, solo più calorosa e ordinata. L'altro padre somiglia al padre vero, solo che invece di stare sempre al computer e a proporre come svago per un giorno piovoso “conta tutte le cose blu della casa”, suona il pianoforte e chiacchiera. Un piccolo particolare turba l'incanto: nell'altro mondo colorato e gentile tutti hanno un paio di bottoni cuciti al posto degli occhi. La versione di Henry Selick, primo film a 3D girato con la tecnica stop motion, rende più che giustizia alla storia (come aspettavamo dal co-regista scelto da Tim Burton per “The Nightmare Before Christmas” e dal regista di “James e la pesca gigante”). E' fantasiosa e insieme spaventosa, allegra nei numeri da circo, cinefila nel caratterizzare le due ex attrici che offrono caramelle stantie e ricordano le vecchiette di “Arsenico e vecchi merletti”.