THE INFORMANT!

Mariarosa Mancuso

    Vanno di moda i titoli di testa che attaccano briga con lo spettatore. “Ogni riferimento a persone e cose reali è puramente casuale. Vale soprattutto per te, Jenny. Stronza che non sei altro”: così si apre “500 giorni insieme” di Marc Webb (la prima commedia romantica adatta anche ai maschi, segnatevi la data del 20 novembre, se non la cambiano di nuovo). “Tutti i fatti e i personaggi sono reali. Più o meno”, attacca la voce fuori campo di “The Informant!” e subito aggiunge “Beccatevi questa!”. Dopo la noia profonda dei suoi due film dedicati a Che Guevara, dopo “The Girlfriend Experience” che non abbiamo visto (e però sappiamo essere su una squillo da diecimila dollari a notte, durante la campagna presidenziale del 2008), Steven Soderbergh risorge con “The Informant!”. Punto esclamativo non inutile, preso atto della splendida storia, che il manifesto italiano annuncia “basata su un vero pettegolezzo”. Invece Marc Whitacre esiste davvero, e come Matt Damon nel film era un manager che denunciò la multinazionale in cui lavorava perché con i concorrenti tentava un cartello sul prezzo della lisina. Prontamente arruolato e fornito di cimici dall'FBI, si rivelerà meno affidabile del previsto. No, non vi abbiamo rovinato la sorpresa: i colpi di scena sono quasi uno per inquadratura, divertentissimi. Mark Whitacre era piuttosto grassoccio – per questo Matt Damon è dovuto ingrassare di una decina di chili – e piuttosto middle class, dunque all'attore toccano l'impermeabile, gli occhiali, completi di colore dubbio con camicie sintetiche e cravatte orrende. Il lettore ideale di selezione del Reader's Digest, a giudicare dalla quantità di certezze sul mondo che la voce fuori campo continua a regalare. Se aveve visto “Prova a prendermi”, basta come punto di riferimento (non fosse che questo film è stato girato rapidamente e con pochi soldi, per rimediare al fatto che i due “Che” hanno incassato a malapena la metà del budget). Un intervallo ben riuscito – a volte le cose fatte con leggerezza vengono meglio di quando sopraggiunge l'impegno – tra tanti altri progetti: un film su uno 007 femmina intitolato “Knockout”, la biografia del pianista Liberace, una Cleopatra rock, una pellicola tratta da “The Sot-Weed Factor” di John Barth. Sot-weed è antico termine per “tabacco”, John Barth il campione del postmoderno americano anni Sessanta.  ณ