RICKY – UNA STORIA D'AMORE E DI LIBERTA'

Mariarosa Mancuso

    François Ozon è coraggioso, e sfacciato nelle sue dichiarazioni. Per “Ricky” ha voluto come angeli custodi i fratelli Dardenne e la buonanima di Walt Disney (senza specificare se si riferiva all'originale oppure alla recente reincarnazione nelle camicie colorate a maniche corte di John Lasseter). Aggiunge un po' di realismo magico di sapore sudamericano, crudelmente corretto dai supermercati dove i polli sono impacchettati a gruppi di sole cosce, sotto il neon che rende la loro pelle bianca ancora più sinistra. Il regista del grottesco “Sitcom” e di “Angel” (crudele e melodrammatico ritratto di scrittrice miliardaria nata così povera che fa aprire lo champagne con l'apribottiglie, da un romanzo firmato Elizabeth Taylor, nessuna parentela) ama rischiare. Finora non lo abbiamo mai sorpreso a ripetersi: deve essere tra quelli che riescono ad annoiarsi da sé. Quasi ogni scena di “Ricky” riserva un dettaglio inaspettato – prima del Grande Dettaglio che sarebbe meglio non svelare, e che vi farà accapigliare nel tragitto dal cinema alla pizzeria o anche più a lungo. Solo i francesi ancora riescono a fare film strani e fuori formato come questo: da Ken Loach agli effetti speciali con una sola sequenza in mezzo. Solo Ozon ha la bravura per tenere lo spettatore fino alla fine. Una donna spettinata e vestita come capita piange davanti all'assistente sociale, lamentando l'abbandono da parte del compagno, il bambino che sempre piange, l'altra figlia grandicella che non collabora, la perdita del lavoro. All'inizio sembra una cornice, o un preludio al successivo flash back. Alla fine del film le nostre certezze traballano e non ne siamo più tanto sicuri. L'operaia viene rimorchiata dall'operaio, tutti e due con la cuffietta di plastica in testa per non far finire i capelli nei cosmetici. Finiscono nei bagni per una sveltina. E mentre siamo già pronti a lacrimare per la poveretta che si illude e resterà delusa, ecco che il giovanotto si muta in un compagno affettuoso: va a vivere con lei (arredo fratelli Dardenne, su questo non ci sono dubbi), si prende cura della figlia, fanno un altro bambino insieme, biondo e bello come il sole, lo chiamano Ricky. L'attore è Sergi Lopez, le attrici sono Alexandra Lamy nel ruolo della mamma (bravissima, viene dalla serie televisiva “Un gars, une fille”) e Mélusine Mayance nel ruolo della figlia.