NEW MOON

Mariarosa Mancuso

    Cinque euro spesi bene, per vedere la seconda puntata di “Twilight” in sala. Tre del pomeriggio, tutte ragazzine. Tranne una coppia, prontamente schivata da un gruppetto al grido di “quei due si baceranno tutto il tempo” (è un primo appuntamento, quando il maschio si presenta al meglio). Sullo schermo compare la luna nuova, già partono gli applausi. Ancora non sono comparsi né Bella né Edward, accolto da urla di entusiasmo appena sbuca nella radura con il suo cappottino con i risvolti di velluto (possiamo sempre contare sui vampiri per un'eleganza da dandy). La prima apparizione di Jacob, amico d'infanzia con un segreto anche peggiore, viene salutata con un “buuu”. Ma quando si leva la maglietta, per asciugare il sangue di Bella che è caduta con la moto, riparte l'applauso. Non per gli addominali, che comunque sono notevoli e alle ragazzine non spiacciono. Per il gesto cavalleresco, da corteggiatore d'altri tempi. Bella compie diciotto anni, uno più del suo bello che in realtà ne ha centonove, ma i vampiri resistono agli insulti del tempo come Dorian Gray. Il compleanno, a casa dei vampiri vegetariani (solo sangue animale, a differenza dei Volturi che sono i Borgia della situazione) rischia di trasformarsi in tragedia per un taglietto sanguinante. A scuola hanno letto Romeo e Giulietta: “Queste gioie violente avranno violenta fine”, e Edward l'immortale ha appena pronunciato una delle sue migliori battute: “A Romeo non invidio la ragazza, invidio il suicidio”. Grande storia d'amore, con complicazioni licantrope (ma i lupi mannari fanno sesso, a differenza dei vampiri). Diretto da un regista meno a suo agio di Catherine Hardwicke – che ha passato la mano – con gli adolescenti, e con Robert Pattinson in dosi omeopatiche. Ci rifaremo con la terza puntata.