REMEMBER ME
L'organizzatissima zia Augusta – nel romanzo di Graham Greene “In viaggio con la zia” – possiede una valigetta soprannominata “baise en ville”. Contiene il necessario per una notte da trascorrere a casa dell'amante occasionale. Una ragazza non deve mai farsi cogliere impreparata. Ritroviamo l'idea in questo film di Allen Coulter, texano che cominciò come fattorino in una casa di produzione a New York, poi girò un cortometraggio, poi venne arruolato come regista di serie tv (“I Soprano”, “Six Feet Under”, “Sex & the City”, “Rome”, “Damages” e la recentissima “Nurse Jackie” con Edie Falco). Nel 2006 debuttò sul grande schermo con “Hollywoodland”. Presentato alla Mostra di Venezia, raccontava il suicidio di George Reeves, l'attore che indossava la tuta e il mantello di “Superman” nella serie tv anni cinquanta (e quasi omonimo dello sfortunato Christopher Reeve, che fu Superman al cinema: è bastato per far nascere la leggenda di una maledizione legata al personaggio). La valigetta “baise en ville” diventa qui, un po' più volgarmente, il cofanetto “troia”: pettine, forcine, gommino e trucco in confezioni minuscole. Pensa di farci i soldi mettendola in commercio l'amico del protagonista, Aidan, classica spalla comica per far respirare tra i momenti drammatici (l'attore è Tate Ellington). Gli occhi però sono tutti per Robert Pattinson, che smessi i panni del vampiro vegetariano Edward si fa subito pestare in una rissa di strada, come a dire “sono bello, ma non importa”. Anche dannato, giacché fuma di continuo, lavora in una libreria, vive in una topaia senza serratura alla porta anche se suo padre è un riccone, ha un fratello che si è suicidato nove anni prima e una sorellina secchiona con molto talento per il disegno e nessuno per fare amicizia con le compagne di scuola. L'amico sciupafemmine lo convince a sedurre, per scommessa e per vendetta, una biondina che nella prima scena assiste all'omicidio della madre, sul binario della metropolitana, e quindi viene guardata a vista dal padre poliziotto (il sempre bravissimo Chris Cooper, dirimpettaio di Kevin Spacey in “American Beauty” e talpa al servizio dei sovietici in “Breach-L'infiltrato”). L'inizio è molto promettente, il finale parecchio deludente, anche se nelle intenzioni del regista dovrebbe essere la chiave del film.
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