COLPO DI FULMINE – IL MAGO DELLA TRUFFA

Mariarosa Mancuso

    Ondata di film carcerari, che sembravano spariti o almeno caduti in disgrazia: la claustrofobia richiede registi e sceneggiature all'altezza, la rincorsa ai film per adolescenti si concilia male con il genere. In cima alla lista troviamo “Il profeta” di Jacques Audiard, il meglio riuscito di tutti, a dimostrazione che lo studio e l'applicazione – del regista e del giovane arabo prigioniero – sempre premiano. Il 16 aprile uscirà “Cella 211”, girato dallo spagnolo Daniel Monzón: il primo giorno al lavoro di una guardia carceraria che sfortunatamente prende servizio un'ora prima di una durissima rivolta e porta ai massimi livelli l'arte di recitare a soggetto. Appartiene al filone anche “Colpo di fulmine”, black comedy in odore di scandalo perché Jim Carrey bacia in bocca Ewan McGregor (i pettegolezzi annunciavano scene di passione più audaci, nella versione italiana non le abbiamo viste: o era una leggenda, o hanno sforbiciato il film per motivi di censura). I titoli di testa garantiscono che la storia è accaduta davvero – ma davvero davvero, insistono – e per convincere gli scettici dovrebbero bastare i registri criminali americani alla voce Steve Russell, che registrano condanne, evasioni, complessivi anni di galera ancora da scontare con una sola ora d'aria al giorno. Il reato si chiama “truffa con destrezza”, o truffa all'americana, per cui abbiamo un debole fin dai tempi della “Stangata” e “La casa dei giochi”, passando per “Rischiose abitudini” e “Prova a prendermi”. Se serve un padrino letterario, torna utile Herman Melville con “The Confidence Man”: per questo chi carpisce la fiducia altrui – una volta di persona, oggi via mail (mai capitato di ricevere accorate comunicazioni su grosse fortune da sbloccare in paesi lontani?) – si chiama “con man”. Jim Carrey è l'ex poliziotto pazzo per amore. Ewan McGregor è il biondino della cella accanto che chiede solo di essere accudito e viziato. Prima in prigione, poi in una bella casa con piscina, due belle macchine gemelle in garage, molti vestiti eleganti nell'armadio e molto champagne in cantina. Nella vita di Steve c'era anche una signora Russell, che prende il voltafaccia del marito con una certa simpatia (solo l'attrice Leslie Mann, nella vita consorte di Judd Apatow, poteva uscire dal ruolo vittoriosa e non patetica). Peccato per qualche lentezza, e l'immancabile brano d'opera.