LA CITTA' VERRA' DISTRUTTA ALL'ALBA
Non si può dire che il regista perda tempo. L'annuncio del pericolo arriva nella prima scena, quando un signore catatonico con una pistola in mano si avvicina al campo di baseball nella cittadina di Ogden Marsh, Iowa. La stranezza dell'apparizione non sfugge allo sceriffo, che mette mano alla sua, di pistola, facendolo secco all'istante. Era l'ubriacone del villaggio, sobrio da due giorni – così dicono le analisi, oltre alla moglie e al figlio – e quindi siamo già in piena emergenza da minaccia sconosciuta. Poiché chi ben comincia è a metà dell'opera, Breck Eisner va avanti a passo sostenuto fino alla fine, eliminando l'inutile (spiegazioni comprese). Uno spargimento di sangue dopo l'altro – a mezzo machete, trebbiatrici, coltelli da cucina, tranciagessi elettrico, pistole – tra casette unifamiliari, drugstore, ospedali veri e ospedali da campo, un autolavaggio particolarmente spaventoso. “Qualcosa si muove, lì” urla la ragazza terrorizzata. “Tutto si muove qui” ribatte il maschio con freddezza, e subito da dietro gli stracci e gli spruzzi spuntano due o tre zombie inferociti. Quasi zombie: l'originale diceva “The Crazies”, come il film di George Romero del 1973. Il remake conserva lo stesso titolo d'epoca, quando l'inglese veniva tradotto, “I pazzi” non era giudicato abbastanza affidabile per gli incassi, la scelta cadde – e chi se ne frega dagli spoiler - su “La città verrà distrutta all'alba”. Gli effetti speciali sono diventati più realistici, gli spettatori si sono incalliti, solo la sceneggiatura è più timida: nel vecchio film, un padre massacrava la madre sotto gli occhi del figlioletto. Capito che qualcosa non va tra i concittadini, quattro abitanti ancora sani di mente si mettono in fuga: lo sceriffo e la moglie, che non solo è medico ma anche incinta (altra strategia tesa al risparmio: può accorgersi subito che qualche paziente dell'ambulatorio è strano, e rende le scene di violenza più orribili), l'infermiera e il vicesceriffo. Li accompagna sul pressbook una citazione da Walter Benjamin: “Catastrofe è che tutto continui come prima”. Niente comunque rispetto alla sesta puntata della saga intitolata “Saw”, in uscita a giugno: due sventurati costretti ad automutilarsi, chi perderà più peso in trenta secondi avrà salva la vita, scelgano se rinunciare a un braccio o alle maniglie dell'amore. La citazione d'obbligo ora viene dal “Mercante di Venezia”.
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