ROBIN HOOD
Molti sono stati i tentativi, prima di arrivare a questo Robin Hood che non somiglia a nessun altro (niente calzamaglia verde, per dirne una, il nostro indossa più volentieri l'armatura e trascorre più tempo con i sovrani Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra che nella foresta di Sherwood). La prima sceneggiatura era revisionista: lo sceriffo di Nottingham non era cattivo come la leggenda vuole, e naturalmente l'eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri non era senza macchia come la tradizione tramanda. Russell Crowe, che aveva intenzione di produrre il film, non gradì e voltò le spalle: perché dovrei fare un Robin Hood così poco eroico, per nulla somigliante al gladiatore Massimo che mi ha dato soldi e gloria? La seconda sceneggiatura era da giustiziere mascherato, o da spadaccino Zorro: Robin Hood e lo sceriffo di Nottingham erano la stessa persona, che di giorno raccoglieva decime e tasse, restituendole nottetempo ai miserabili. Bocciata anche questa. Finalmente l'idea: raccontare Robin Hood quando ancora si chiama Robin Longstride, era stato abbandonato dal padre a sei anni, aveva partecipato come provetto arciere alla Terza Crociata, per arrotondare faceva il gioco delle tre coppette, la sera all'accampamento, dopo una dura giornata di assedio e saccheggi in Normandia. A Nottingham arriva casualmente, per esaudire l'ultimo desiderio di un soldato, e perché la spada con la scritta “gli agnelli diventeranno leoni” gli evoca confusi ricordi. Ridley Scott dà il meglio nelle scene di battaglia, il che era prevedibile, e nelle scene tra Robin e la bella vedova Marion, il che era un po' meno prevedibile. I due sono diffidenti, non più ragazzini, nella forzata vicinanza si squadrano e si soppesano (fa da tormentone “chiedimelo con gentilezza”). Appesantisce il film la voglia da professorino di far tornare i conti con la storia inglese, oltre che con l'attualità economico-politica (“oggi Robin Hood sarebbe schierato contro gli speculatori”, ha detto Russell Crowe in conferenza stampa a Cannes, prima di buttarsi sul calcio, con gran soddisfazione dei giornalisti che preferivano il pallone a Cate Blanchett). Per appassionarsi, occorre molta buona volontà. I francesi sono piuttosto ridicoli, tranne quando Filippo decide di attaccare l'Inghilterra con una manovra identica allo sbarco in Normandia.
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