LA PAPESSA

Mariarosa Mancuso

    Giovanna la futura papessa nasce in un villaggetto mentre ad Aquisgrana Carlo Magno muore di pleurite. Figlia di un maschio piuttosto violento, ha intelligenza e voglia di studiare, ma alle femmine viene proibito. Da papà, dalla chiesa e soprattutto dalla natura: i settori preposti alle conclusioni logiche, nel cervello delle donne, sono minuscoli e poco esercitati. Cocciutamente, la ragazzina bionda disobbedisce agli ordini, impara il latino, molto prima dell'età canonica (anche dell'età cartesiana) è in grado di discutere con il suo maestro la frase “Cogito, ergo Deus est”. Alla scuola presso la cattedrale di Dorstadt vorrebbero educare (ci risiamo) il fratello che invece preferisce andare in guerra, le ribadiscono che “le donne non sono in grado di comprendere idee o concetti elevati”, per punizione la mettono a lavare i pavimenti e si capisce che la strada delle cucine non è lontana. La sveglia e sapiente ragazzina di Ingelheim se la cava anche questa volta, dichiarando a un gruppo di maschi sudaticci (in pericoloso cedimento – cinematografico – verso un banchetto da basso impero) che le donne non solo hanno intelligenza, ma anche ferma volontà: “Eva mangiò la mela per amore del sapere e della conoscenza. Adamo la mangiò soltanto perché glielo disse Eva”. Ostacolo dopo ostacolo - ormai il meccanismo è chiaro e trattadosi di biopic raccomandato da History Channel non potrebbe essere altrimenti – Giovanna diventerà la protetta di un conte, finirà per travestirsi da uomo, si taglierà i capelli, arriverà al capezzale di Papa Sergio malato di gotta (ve l'abbiamo fatta corta: a ogni ostacolo superato corrisponde una dichiarazione di principio, fino a che la trama lo consente). La lavorazione del film, tratto da un romanzo dell'americana Donna Woolfolk Cross, è stata funestata da varie traversie: Franka Potente ha lasciato il posto a Johanna Wokalek (era Gudrun Ensslin in “La banda Baader-Meinhof”); John Goodman ha abbandonato il set, convinto a ritornare solo dalla minaccia di una penale fissata attorno ai tre milioni di dollari. Sull'onda del “Codice da Vinci” – “Il film che racconta uno dei più grandi segreti della chiesa” – “La papessa” cavalca la leggenda e sfrutta le scene madri dei women's film: amore contro carriera, gelosia tra femmine, lotta per affermarsi, solitudine come prezzo da pagare.