SHARM EL SHEIKH – UN'ESTATE INDIMENTICABILE

Mariarosa Mancuso

    Non è volgare, questo non si può dire. Un paio di scambi “me la dai” o “fossi matta, non te la do” ormai nessuno se li nega. Ce la mette tutta per distinguersi dai cinepanettoni, non sappiamo decidere se per strategia di marketing o intima convinzione. Non è neppure originale: le gag riciclate non si contano, anche se il modello è un po' più altino del solito: il regista dichiara il suo omaggio a “Una vita difficile” di Dino Risi, bello sapere che ogni tanto qualcuno guarda un po' indietro, dove c'è qualcosa da imparare, invece di saccheggiare i film che hanno avuto successo l'anno prima. Non fa neppure sganasciare dalle risate (in materia resta imbattuto il Checco Zalone di “Cado dalle nubi”, aspettiamo con impazienza il secondo film). Ha pure il risvolto sociale, pur evitando precari e operai (nelle parole del regista Ugo Fabrizio Giordani: “La crisi economica e gli improvvisi licenziamenti che hanno colpito molti miei amici sono i motivi scatenanti che mi hanno spinto a scrivere e a girare il film). “Sharm El Sheikh” racconta due venditori di polizze assicurative che combattono per un solo posto, sono arrivati i nuovi padroni. Mestiere che rende, a giudicare dai conti che Enrico Brignano si ritrova a pagare, per arredare la casa dei suoi sogni, circondarla di giardino, e girare con tre auto, mentre la consorte ha una piccola impresa di catering (non c'entra granché, serve per il product placement, in questo caso Telecom Italia e il pacchetto Impresa Semplice: viene in mente un articolo del New York Times che diceva pressappoco: prima si scritturano i prodotti, poi si scelgono il regista e gli attori). Nella parte del rivale, Maurizio Casagrande (tutto mossette napoletane e moglie che si nega se non c'è la certezza dell'incasso a fine mese). Luogo dello scontro, Sharm el Sheikh: si ringrazia l'azienda di soggiorno o la film commission locale per aver agevolato le riprese e ospitato la troupe. Femmine: la brava Cecilia Dazzi, che al cinema si vede troppo poco; Michela Quattrociocche, scoperta e lanciata da Federico Moccia (questo abbiamo, piangere e pensare a cinematografie dove le debuttanti si chiamano Carey Mulligan lascia il tempo che trova); Laura Torrisi in forze alla squadra Leonardo Pieraccioni. Imprenditore spietato con il cellulare e le guardie del corpo in spiaggia: Giorgio Panariello, che finalmente si è tolto la maschera e prova a far l'attore.