THE TOURIST

Mariarosa Mancuso

    Grandioso spot per Trenitalia. Non solo dobbiamo mettere tra le licenze cinematografiche il passeggero Johnny Depp, scelto dalla misteriosa Angelina Jolie tra un catalogo di tipi da sfilata. Ma il vagone ristorante sfoggia un lusso inusitato (e concede il tempo per un corteggiamento prima che arrivi il servizio per il secondo turno o la voce metallica avverta la chiusura del servizio bar mezz'ora – dicesi mezz'ora – prima dell'arrivo in stazione). Meno grandioso spot per le forze dell'ordine: Christian De Sica, senza riconoscibile divisa, vende al miglior offerente (russo, nessuno può competere) l'arrestato Johnny Depp, dopo averlo chiuso in cella per una notte assieme a un energumeno. Non bastasse, il sergente dell'Interpol Alessio Boni organizza operazioni speciali parlando nella manica (microfono nascosto, vabbè, si potrebbe essere un po' meno goffi quando si comanda una squadra speciale) e nascondendo i suoi uomini dietro i pilastri della stazione. L'Hotel Danieli non ha bisogno di spot, per il personale di servizio basterebbero però le comparse, senza scomodare Neri Marcorè nella parte del concierge. La squadra di truccatori deve aver fatto lo straordinario, consumando chili di rossetto e di mascara, per non parlare della lacca che tiene fermi i capelli dell'attrice anche quando guida un motoscafo contromano, con un'altra imbarcazione al traino (succede quando è in abito da sera; le chiome si muovono un pochino quando la costumista riesce a imporle per due minuti un maglioncino). Vestita da gran diva – seta salmone con pennacchio sul fondoschiena, pare un cavallo pronto per la parata – mangia un croissant a colazione. Subito dopo, controllato l'orologino, semina gli inseguitori nel metrò di Parigi. La trama e la messa in scena di “The Tourist” (remake di un film francese con Sophie Marceau intitolato “Anthony Zimmer”) vorrebbero imitare “Sciarada”, o simili commedie tra il rosa e il nero con Audrey Hepburn e Cary Grant. Genere difficilissimo, qui malamente imitato dal regista che con “Le vite degli altri” aveva vinto un Oscar per il migliore film straniero. Molte sono state le divergenze creative, molte le traversie produttive. Le nomination ai Golden Globe di Angelina Jolie e Johnny Depp o sono uno scherzo, o dimostrano che la stampa estera a Los Angeles non capisce granché: lei sta immobile, per avere la luce migliore; lui ha la faccia perplessa per la partaccia.