C'E' CHI DICE NO

Mariarosa Mancuso

    Forse è presto per dirlo, forse tutto si fermerà. Ma nel cinema italiano sta accadendo qualcosa di molto simile a un ricambio generazionale. I cinepanettoni e gli amici miei declinano. I bluff come “La solitudine dei numeri primi” o “La bellezza del somaro” vengono smascherati. I venerati maestri o annunciano al mondo distratto che faranno un film in 3D o si lamentano con il mondo distratto perché non trovano finanziamenti per il loro prossimo film politicamente & socialmente impegnato. I Centoautori non si sono ancora resi conto che cento autori – non solo in un paese come l'Italia – sono decisamente nocivi per la buona salute di una cinematografia nazionale. Intanto l'industria gira, e chissenefrega se sono perlopiù commedie: uno che ama le partite di calcio mica deve essere costretto per legge a guardarsi ogni tanto una partita di curling, con le scopettine che scaldano il ghiaccio. Guardiamoci le commedie, intanto. Quando arriverà qualche altro genere degno di nota, guarderemo pure quello (francamente: mica si può considerare drammatico l'ultimo girato da Silvio Muccino, con il titolo “Un nuovo mondo”: negretti saputelli, aristocratiche algide, ragazze o anoressico-bulimiche o impollinatrici socioculturali, come dice Jonathan Franzen in Libertà, figli senza padri, padri senza figli e buoni sentimenti shakerati). Ricambio generazionale non vuol dire soltanto trentenni al comando. In questo caso, vuol dire predominio della sceneggiatura, chiodo su cui battiamo da così tanto tempo che sbadigliamo anche noi. La firma Fabio Bonifacci, già molto ammirato per “Amore bugie e calcetto” e “Oggi sposi”. Non cerca di imitare la commedia che fu. Cerca di scrivere la commedia di adesso, scegliendo per tema la raccomandazione (e anche lo stalking). Roba seria: ma del resto la comicità sulle frivolezze si ammoscia. I nostri eroi – ricercatore universitario, dottoressa, giornalista – sono scavalcati da tre giovanotti ben imparentati (“Vivo in una casa di duecento metri quadri, li odio uno per uno”, dice la raccomandatissima figlia del giornalista diventato ricco con il volumetto “Elogio del merito”). Vendetta: rendere la vita impossibile ai fortunati senza merito, dando fondo al catalogo degli scherzi. PS: “Singing in the rain” cantato e ballato nel pisciatoio è da antologia.