OFFSIDE

Mariarosa Mancuso

    L'Iran vanta una nazionale di calcio femminile che sgambetta in calzoni da pigiama e il velo antitentazioni. Di tanto in tanto un giudice sportivo particolarmente ligio ai regolamenti cerca di escludere la squadra dalle competizioni. Poi tutto rientra e le giocatrici scendono in campo coperte da capo a piedi, piazzandosi anche in buone posizioni. Peggiore la sorte delle tifose, se vogliono andare allo stadio. Sono costrette a travestirsi da maschi, se no i cancelli restano chiusi. Bestemmie, urla sguaiate e cosce maschili scoperte non sono spettacoli per ragazze virtuose. E comunque per tutti, una bella perquisizione (l'azzeccagarbugli che è in noi vorrebbe sapere cosa davvero succede quando un guardiano della rivoluzione palpa rotondità sospette, in un paese in cui alle donne non si può stringere la mano, ma non è il momento per chiederlo a Jafar Panahi che sta in galera). Il film è del 2006, fu presentato alla Berlinale dove vinse l'Orso d'Argento, negli Stati Uniti uscì nel 2007, da noi – sempre in prima fila quando bisogna firmare appelli, un po' meno quando si tratta di sfruttare la pubblicità derivante dai festival – arriva solo ora. Perdipiù in una settimana che lancia undici nuovi titoli, mentre già gli spettatori preferiscono un fine settimana al mare (altre vagonate arriveranno nei prossimi venerdì: una lotta feroce per smaltire quel che sta nei magazzini, prima che arrivi Cannes e poi il mortorio estivo). L'oggetto del desiderio è la partita Iran-Barhein. La ragazzina protagonista si mette vestiti da maschio (si spoglia, in realtà, lasciando a casa il velo), si dipinge un paio di righe colorate sotto gli occhi e sale sul pullman per lo stadio. Cercando di non farsi scoprire dai bulletti che urlano e hanno una gran voglia di menare le mani (quando il film fu girato, era ancora vivo il ricordo della partita Iran-Giappone del maggio 2005: sette morti tra gli spettatori). La scopriranno, naturalmente, e la chiuderanno in una gabbia con altre tifose. Allo stadio, non in carcere, ed è a questo punto che “Offside” svolta felicemente verso la commedia dell'assurdo: i poliziotti che tengono le ragazze in custodia vorrebbero anche loro guardare la partita. Uno si presta a far la radiocronaca, raccontando quel che succede. Per andare in bagno – esistono solo quelli per gli uomimi – serve un'altra mascherata.