RIO

Mariarosa Mancuso

    Ma quanto copiano. Il mese scorso è uscito, per poco più di una settimana d'aria nelle sale, “Space Dogs” di Svyatoslav Ushakov e Inna Evlannikova: storia di cagnolini russi nello spazio che non aveva una sola scena originale. Nessuna traccia invece, nei listini, dello splendido “Brutto anatroccolo” di Garry Bardine, con il “Lago dei cigni” di Tchaikovsky come colonna sonora e un retrogusto da “Fattoria degli animali” sovietica. Sparito anche, dopo essere stato annunciato – e questo non ha neppure l'handicap dell'animazione-che-è-per-bambini –  “La ballata dell'odio e dell'amore” di Alex de la Iglesia, che sta alla guerra civile spagnola come “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino sta alla Seconda guerra modiale (ripensateci, è una preghiera). Copiato, una scena sì e una scena no, anche “Rio” di Carlos Saldanha, che si era fatto notare come regista dei più originali “L'era glaciale 2: il disgelo” e “L'era glaciale 3: l'alba dei dinosauri”. Il pappagallino Blu, per i casi della vita, vive nel Minnesota. Fa colazione con latte e dolcetti e non sa volare. La sua amica e padrona Linda, con gli occhialoni, pare la gemella di Ellie, la ragazzina che in “Up” si fidanza con il coetaneo appassionato di esplorazioni. E vabbé. Ma quando nella seconda parte del film appaiono scimmie ladruncole che cantano e ballano come i lemuri di “Madagascar”, non ne possiamo più, anche perché nel frattempo ci siamo spostati in Brasile. Blu infatti è un pappagallino in via di estinzione, e l'ornitologo – parente di Walter che in “Libertà” di Jonathan Franzen si dedica alla dendroica cerulea – lo vuole accoppiare con l'ultima femmina della specie (Jewel nella versione originale, con la voce di Anne Hathaway, e Gioiel – sic – nella versione italiana, voce di Victoria Cabello). Lei è tosta e poco romantica, ma cederà appena vede la palla rotante con gli specchiettini. Lui è tremebondo e ancora con le zampette che faticano a staccarsi da terra. L'unica scena non vista mille volte sono le prove di volo, in una pista da aeroporto con le lucette colorate. Visto che siamo a Rio, impazza il carnevale: quindi inseguimenti, gabbie, evasioni, samba, altri inseguimenti, altre gabbie, altre evasioni, altra samba. Perfino il pappagallino americano sbotta: “Fatemi tornare nel Minnesota. Non posso vivere qui, io odio la samba e i tico-tico”.