X-MEN: L'INIZIO

Mariarosa Mancuso

    Conta un po' il fatto che di supereroi non ne possiamo più: esisteranno pure altre storie in giro senza vendicatori mascherati o tipi in possesso di poteri eccezionali. Purtroppo la Marvel ha deciso di far fruttare il patrimonio aziendale, non mollerà tanto presto: i film falliti sono più di quelli riusciti, ma a sparare nel mucchio qualcosa si ricava sempre, in attesa di scoprire un altro filone fortunato (l'ultimo titolo veramente notevole era “Watchmen” di Zack Snyder). Conta anche il fatto che non sono più film di supereroi e basta: devono scavare, motivare, approfondire, tornare alle origini del personaggio (da quando non vediamo più una bella scazzottata e basta?) e inquadrarlo in un contesto storico. Per di più, siccome girarli costa molto e i copioni passano di scrivania in scrivania – per “X-Men: L'inizio” la storia è di Bryan Singer, regista del primo e del secondo film della serie, in collaborazione con Sheldon Turner, più altri quattro sceneggiatori intervenuti strada facendo – va a finire che ognuno vede il suo alberello e non la foresta. A furia di congegnare mirabili trasformazioni, di coreografare le scene d'azione, di risparmiare allo spettatore il minimo sforzo (metti il caso che gli va di traverso il popcorn e si perde un dettaglio? Qui non c'è pericolo, il dettaglio viene riproposto sempre una volta di troppo) la disinvolta cialtroneria dei fumetti sparisce. E ricaschiamo nel solito testo sacro, provvisto di note a piè di pagina a uso dei fan sfegatati che ancora conservano in soffitta le tavole originali. Era buona l'idea di tornare al passato degli arcinemici, giusto per capire come mai Magneto e il Professor X – entrambi mutanti – sono uno per la guerra contro gli umani, l'altro per la collaborazione. Buona e già sperimentata con successo da Roberto Orci e Alex Kurtzman per rianimare “Star Trek”, che al cinema aveva avuto i suoi problemi. Qui sono giovanotti, nel 1962, con gran spreco di attori: James McAvoy (Charles Xavier, versato nella telepatia) e Michael Fassbender (Erik Lenhsherr, in arte Magneto). Il reparto History Channel porta in dote l'olocausto e la crisi dei missili a Cuba. Il reparto “guarda mamma come sono bravo a fare i mutanti” porta in dote Mystique, che quando non è blu con le squame è Jennifer Lawrence, e Emma Frost alias January Jones, che quando non appare in forma di diamante ha i vestiti di Emma Peel in “Agente speciale”.